Probabilmente non esisterebbe il PAV Parco Arte Vivente senza la straordinaria opera di Piero Gilardi, suo fondatore e determinato sostenitore nel corso degli anni. Un museo particolare, anche nella sua sistemazione lontana dal centro città e votato all’arte contemporanea nelle sue più articolate sfaccettature legate alla sperimentazione, descritto da Gilardi come un incubatore di coscienza ecologica, uno spazio pubblico, un luogo d’incontro, di ricerca e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra #arte e natura, biotecnologie ed ecologia. E proprio a Gilardi, recentemente scomparso, il PAV dedica la mostra “Car Crash. Piero Gilardi e l’arte povera” curata da Marco Scotini e inaugurata oggi nell’ambito della settimana che la città dedica all’arte. Un omaggio che propone la sua produzione negli anni in cui contribuì a dare origine al movimento dell’arte povera, fra il 1964 e il 1969. La mostra, visitabile fino al 28 aprile del 2024, che anticipa un progetto più articolato del PAV per approfondire le opere dell’artista torinese con una serie di produzioni monografiche che seguiranno una sequenza cronologica. La mostra, come scrive il direttore del PAV, Enrico Bonanate, nella presentazione, prende il nome da un’opera di Gilardi mai realizzata per il Piper Pluriclub di #Torino – Car crash, appunto – che voleva rimandare all’immagine di “un’auto che slitta silenziosamente sull’olio nero del pavimento, metafora di quegli anni sulfurei durante i quali l’incontro e lo scontro con il sistema dell’arte e la costruzione e decostruzione di relazioni, teorie ed immaginari sono il segno dell’alta posta in gioco dell’arte di quel momento”. All’inaugurazione di questo pomeriggio erano presenti la presidente della commissione Cultura Lorenza Patriarca e la vicesindaca Michela Favaro in rappresentanza della Città.
Marcello Longhin