Il ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha preso a un incontro pubblico a Palazzo civico, sul tema delle prospettive del “nucleare di quarta generazione”. Con lui, al tavolo dei relatori della Sala delle colonne, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Domenico Garcea, insieme alla giornalista della TGR Piemonte Chiara Pottini. Di fronte a una platea nella quale sedevano anche esponenti del Consiglio comunale e della Giunta, quali Ivana Garione e Paolo Chiavarino, il ministro ha ricordato l’istituzione, l’anno scorso, della Piattaforma per il Nuclare Sostenibile, con il concorso di Università, centri di ricerca e grandi aziende italiane operanti nel settore.
A fronte della crescita esponenziale del fabbisogno energetico, unitamente alla necessità di differenziare le fonti dell’energia prodotta, le “rinnovabili (eolico, solare, geotermico) non sono né saranno sufficienti, ha sostenuto Pichetto Fratin, aggiungendo che, d’altra parte, per la fusione nucleare, pure oggetto di studi e ricerche anche in Italia (soprattutto da parte dell’ENEA, a Frascati, e dell’ENI, con una commessa da 500 milioni negli Stati Uniti) occorreranno ancora molti decenni. Ma questo non significa, per il nostro Paese, dover tornare alle centrali nucleari modello Cernobyl o a quelle chiuse a seguito delle consultazioni referendarie, come quelle di Trino Vercellese o del Garigliano. Il nucleare di quarta generazione è oggi ancora un progetto in elaborazione, ha precisato il titolare del dicastero dell’ecologia ed energia, sollecitato da Chiara Pottini, ma i tempi prospettati per una sua concretizzazione sono di sei, otto anni. E forse meno.
Future centrali nucleari di quarta generazione, ha spiegato il ministro, avrebbero dimensioni molto limitate rispetto a quelle attuali, persino di poche decine di metri quadrati: e una di esse, ha sostenuto, potrebbe fornire la stessa quantità di energia prodotta da 5 milioni di metri quadrati di pannelli solari, riducendo il consumo di suolo. Anche dal punto di vista della sicurezza, che tanto preoccupa, l’opinione pubblica italiana, Pichetto Fratin ha spiegato che il raffreddamento a piombo dei reattori nucleari, superando le tecniche attuali basate sull’acqua o sul gas, offrirebbe garanzie pressoché totali contro l’ipotesi di incidenti: e ha notato una diminuita ostilità verso il nucleare da parte delle giovani generazioni. L’esponente del governo Meloni ha poi ricordato come si preveda, per il 2050, un fabbisogno di elettricità pari al doppio di quello attuale, che è di circa 310 miliardi di kilowatt/ora. Ha poi fatto cenno al possibile sviluppo di ampie piattaforme di impianti eolici al largo delle nostre coste, nelle zone più battute dai venti.
(Claudio Raffaelli)