Il lavoro a Torino, fra problemi e nuove opportunità

Nel corso del 2022, sotto la Mole, a crescere è stata soprattutto l'occupazione femminile, ma con tanto part time e contratti a tempo determinato

“Luci e ombre”, un’espressione forse abusata ma è difficile trovarne di più efficaci per sintetizzare quanto emerge dal rapporto annuale 2003 dell’Osservatorio Mercato del Lavoro, organismo che vede la collaborazione tra Città di Torino, Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di Commercio, INAIL e Regione Piemonte, con il coordinamento scientifico di IRES Piemonte. Il rapporto è stato presentato oggi a Palazzo Civico, alla presenza dell’assessora Gianna Pentenero e dei consiglieri e consigliere della III commissione Lavoro, convocata per l’occasione dal suo presidente, Pierino Crema. Luci e ombre, appunto, perché i dati sul lavoro sotto la Mole – occupazione, numero di imprese, settori di attività – sono variegati,  anche se con alcuni aspetti assai positivi, a partire da quello di un’occupazione femminile in crescita.

Il logo dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Città di Torino

Complessivamente, nel 2022 gli occupati sono cresciuti del 2% rispetto all’anno precedente, fino a 361.000 unità: un incremento di 8000, mentre nel biennio 2019-2020  erano andati in fumo circa 23.000 posti di lavoro. I maschi in età matura e con una qualificazione medio-bassa sono il tasto dolente, così come fortemente negativo resta il saldo demografico. con 53.000 residenti in meno rispetto a dieci anni fa, mentre  i milanesi sono aumentati del 5% e anche A Bologna e Roma il saldo è positivo, seppur in misura di meno. Questo non solo per il flusso verso altri Comuni dell’Area torinese ma per l’ormai strutturale calo delle nascite in relazione ai decessi. rilevante il numero delle persone inattive, 140mila a Torino su più di 400.000 in tutto il territorio della sua ex provincia, oggi Città Metropolitana.

L’intervento di saluto del presidente della III commissione Lavoro, Pierino Crema

Un dato confortante sono i  206.000 contratti di lavoro sottoscritti a Torino città nel 2022 , 18% in più rispetto all’anno precedente, anche se in stragrande maggioranza, 80% circa, a tempo determinato, come indicato anche dal fatto che i suddetti contratti hanno riguardato poco più di 130.000 persone (un dato comunque in aumento). Un terzo di questi contratti, inoltre, sono a part time, spesso non per scelta della persona assunta. Interessante, anche se crea difficoltà a una parte della popolazione (il 29% delle persone adulte non ha che la licenza  di scuola dell’obbligo, sono il 20% a Milano e il 34% a livello nazionale), appare il fatto che la richiesta di personale a bassa qualificazione arrivi ormai solo al 15%, mentre l’alta qualificazione interessa il 43% delle offerte di lavoro , contro il 42% circa del livello intermedio).

Più posti di lavoro qualificato disponibili, quindi, in un quadro che vede le attività industriali rappresentare ormai solo il 5% dell’economia di quella che fu una città operaia, con i settori del turismo e commercio in contrazione mentre aumenta il terziario, ICT, servizi finanziari e assicurativi, pubblico impiego. A Torino, nel 2022 si sono contate 109.000 imprese registrate (nel 2019, prima della pandemia, erano 2500 in meno) delle quali un buon terzo nel settore dei servizi orientati alle imprese. Positivo, hanno sottolineato i presentatori della ricerca, il fatto che le società di capitale siano aumentate dal 22 al 29%, con  quasi il 7% in più per le imprese di medie dimensioni. Cresce inoltre l’iniziativa delle persone nel cercare un impiego, dopo la stagnazione indotta anche dal periodo pandemico, con un buon flusso di registrazioni presso i Centri per l’impiego.

Folto pubblico in Sala Colonne per la presentazione del rapporto annuale dell’Osservatorio Mercato del Lavoro

Un dato rilevante appare la discrasia tra titolo di studio posseduto e livello di qualificazione del posto di lavoro ottenuto. Secondo dati non recentissimi, comunque risalenti al 2020, in tutta la Città metropolitana il 26% degli occupati aveva una laurea ma solo il 20% deteneva un posto ad alta qualificazione: nel Torinese, la maggior parte dell’occupazione, il 61%, resta a media qualificazione professionale. Infine, un riferimento agli infortuni sul lavoro, con un aumento dell’età media degli infortunati , con più di metà della mortalità che ha riguardato lavoratrici e e lavoratori con più di 56 anni.

Tutti i dati sono reperibili sul sito www.comune.torino.it/osservatoriolavoro/

(Claudio Raffaelli)