Le nuvole incombono su Torino, nascondendo le Alpi, e il traffico appare scorrevole anche su quelle arterie che, nei giorni scorsi, risultavano intasate di auto. La collina parzialmente oscurata dalla nebbia ma, ben visibile, invece, la pianta romana del centro. Il 31° piano del grattacielo Intesa Sanpaolo è una sorta di torre di controllo sulla vita della città. Ma non solo questo. Qui ha sede l’Innovation Center, legato alla storia di Torino come città capace di produrre innovazione. Proprio per questa tradizione e vocazione, Intesa Sanpaolo, Gruppo con 100 mila dipendenti in tutto il mondo, ha scelto di dar vita proprio nel capoluogo piemontese all’Innovation Center. Nato nella sede di via Santa Teresa nel 2014, oggi è ospitato nel grattacielo di corso Inghilterra. Economia circolare, intelligenza digitale, crescita e sostegno di start up sono gli ambiti di investimento per i quali Intesa Sanpaolo ha creato una società consortile per azioni ad hoc. Accolti dal presidente dell‘Innovation Center, Maurizio Montagnese, i consiglieri della commissione Smart city, presieduta da Aldo Curatella, hanno approfondito la conoscenza dell’attività di Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’innovazione che può contare anche sulla collaborazione con l’Università degli studi di Torino, con il Politecnico, con la Città stessa (proprio recentemente la sede del Gruppo aveva ospitato la presentazione di Torino City Lab). La politica di innovazione, è stato sottolineato, è incentrata sul rispetto dell’ambiente e del clima. Tante le attività di produzione sostenute nell’ambito del riuso o delle riparazioni “fai da te”. Tra queste lo smartphone “etico”, il Fairphone, progettato per essere riparato proprio dallo stesso utilizzatore che potrà, eventualmente, sullo stesso apparecchio, sostituire, come un tassello di un puzzle, la fotocamera con una più tecnologicamente più avanzata. La stessa filiera produttiva si basa su valori sociali e ambientali, con la riduzione di estrazione di materie prime e la conseguente minor immissione di CO2 nell’atmosfera. Ma il futuro, è stato illustrato, sarà caratterizzato da tessuti interamente biologici realizzati da start up che utilizzano gli scarti del latte per realizzare tessuti, da estrazione di biodiesel dalle alghe, dalla possibilità di lavare auto a secco, con conseguente risparmio di acqua, o ancora dall’interazione di robot umanoidi con l’uomo. Video
Federico D’Agostino