La gestione dei migranti nella provincia torinese provenienti dalle varie rotte internazionali della speranza è stata ripercorsa a Palazzo civico dalla Commissione speciale contrasto ai fenomeni di intolleranza e razzismo presieduta da Ahmed Abdullahi (Pd) che ha ascoltato i referenti del Tavolo provinciale di coordinamento dei Cas – Centri di accoglienza straordinaria – nato lo scorso luglio: “Fare massa critica è stato apprezzato anche dalla Prefettura” hanno sottolineato i referenti dei venticinque sottoscrittori del protocollo d’intesa, rappresentanti di realtà composite impegnate in progetti di dimensioni differenti. Una prima criticità riguarda i minorenni stranieri non accompagnati che vivono soli nel nostro territorio come il recente caso dei trentacinque migranti del centro di via Traves che la Prefettura ha inserito nell’accoglienza dei Cas applicando norme nazionali a partire dal compimento dei 16 anni: “Non crediamo che i nostri centri rivolti agli adulti siano luoghi adatti ad accogliere minori; dovrebbero essere presi in carico dalla Prefettura o dal Comune”. La vicenda dello snodo di via Traves fino a poche settimane punto di accoglienza ora destinato all’emergenza freddo è un tasto dolente: “I pullman con decine e decine di migranti in arrivo dalla Sicilia ora sono scaricati nelle strade di Torino, talvolta davanti uno dei nostri centri. La Prefettura sta cercando un nuovo spazio ma non sappiamo cosa potrà accadere senza un luogo di accoglienza temporaneo; cerchiamo di ricavare nuovi posti ma presto saremo saturi ora che cominciano ad arrivare anche profughi dalla Palestina”; oggi i Cas della provincia torinese ospitano 4.168 migranti. Poi la burocrazia inefficiente: “La questura in corso Verona è una struttura fatiscente che lavora in carenza cronica di personale ma il numero di persone che chiede il rinnovo del permesso di soggiorno è elevatissimo e gli appuntamenti chiesti a ottobre sono stati fissati a luglio 2024”. E poi c’è il problema delle revoche dell’assistenza applicate a coloro che dispongono di un reddito minimo sociale: “I migranti allontanati non più assistiti si riversano dai Comuni della provincia al capoluogo” ma il nodo cruciale sta nelle proporzioni del fenomeno perchè se la questione allontanamenti è un dato numerico a bassa intensità sono tantissimi i nuovi arrivi. Ai lavori della Commissione sono intervenuti i Commissari Ravinale – Crema – Greco – Cerrato – Borasi con la conclusione dell’assessora Pentenero che ha assistito alla seduta e raccolto le sollecitazioni: “Per la Città è un’emergenza di straordinaria complessità se pensiamo che arrivano in Piemonte un migliaio di persone ogni settimana; è una situazione dalla prospettiva insostenibile seppure siano tante le richieste del mercato lavorativo che chiede manodopera. Siamo disponibili a rafforzare la sinergia con il Coordinamento e i Centri di accoglienza”.
Roberto Tartara