Camillo Cavour, Vincenzo Gioberti, Cesare Balbo, Roberto D’Azeglio, Pietro di Santa Rosa, Luigi Menabrea, Giuseppe Pomba e Luigi Cibrario. Sono questi alcuni tra i più noti personaggi entrati a far parte del primo Consiglio Comunale di Torino “democraticamente” eletto, in seguito alle consultazioni che si tennero il 7 novembre 1848. Sono quindi trascorsi 172 anni da quando, grazie allo Statuto Albertino, i cittadini torinesi poterono eleggere, per la prima volta, gli 80 rappresentanti alla guida della Città, sebbene il corpo elettorale fosse ammesso in base al censo. Questa pagina di storia è ricordata nel volume “1848. Dallo statuto Albertino alla nuova legge municipale”, della collana Consiglio Comunale di Torino – Atti consiliari – Serie storica, edito dall’archivio storico della Città, nel 1995. Il primo Consiglio Comunale entrò in funzione il 1 gennaio 1849.
Il percorso di elezione democratica fu interrotto nel periodo fascista, tra il 1923 e il 1945.
Le prime elezioni amministrative a suffragio universale avvennero, con il coinvolgimento di uomini e donne, nel 1946, ancora nel mese di novembre, questa volta il 10.
Il numero dei componenti della Sala Rossa rimase nel numero di 80 fino alle elezioni del 1993 quando nuove normative lo ridussero a 50 ( dal 2011 sono 40). Dagli inizi degli anni ’90 del ‘900, alle assemblee elettive vennero attribuiti compiti di indirizzo e controllo, in una più netta separazione di poteri dall’esecutivo, rappresentato dalla Giunta. In questo contesto, venne introdotta la figura del presidente del Consiglio Comunale, utile a coordinare e sovrintendere i lavori del Consiglio stesso. Domenico Carpanini fu il primo presidente della Sala Rossa, nel 1993, cui seguirono Mauro Marino, Alessandro Altamura, Beppe Castronovo, Giovanni Maria Ferraris, Giovanni Porcino fino, nell’attuale tornata amministrativa, Fabio Versaci e Francesco Sicari.