Un convegno curioso ma importante e con radici culturali che arrivano fino al genio di Leonardo da Vinci. Si tratta del rapporto tra gli scienziati e l’esigenza di scrivere romanzi, poesie uscendo così dal loro sapere. Nell’aula Magna di Palazzo Arsenale, Vittorio Marchis (Politecnico di Torino) ha illustrato alcuni esempi di ingegnari o militari (che hanno operato a Torino) prestati all’arte letteraria; la loro flessibilità mentale, definita irrequietezza intellettuale da Marchis. E’ stato citato Leonardo con tutti i suoi progetti che anche se irrrealizzabili vanno oltre la scienza del suo tempo e diventa quasi fantascienza, supera l’ortodossia della scienza. Il primo erede di Leonardo, nel senso della commistione tra scienza, poesia e narrativa, è Filippo Burzio studioso e insegnante al Politecnico e alla Scuola di applicazione militare di balistica ma anche autore di poesie e scritti, così come Giorgio Cicogna, appartenente alla Marina militare, che scrive racconti per la serie di volumi di fantascienza “Urania”. Ciò che risulta importante è superare i confini, chiude Vittorio Marchis, andare oltre gli schemi prestabiliti. Presente all’evento, in rappresentanza, la vicepresidente del Consiglio comunale Viviana Ferrero.
Tony De Nardo