Rendere i servizi di car sharing accessibili alle persone con disabilità. Questo l’argomento discusso oggi in una riunione congiunta delle commissioni II Mobilità e IV Servizi sociali, convocate dai rispettivi presidenti (Tony Ledda e Vincenzo Camarda) per esaminare una proposta di mozione presentata dal consigliere dem Angelo Catanzaro. Quest’ultimo, nel presentare il documento, ha evidenziato come la tecnologia renda possibile sperimentare nel campo del car sharing delle auto dotate di dispositivi che ne rendano accessibile l’uso in autonomia da parte di persone disabili, in nome del diritto alla mobilità che deve essere garantito a tutti e tutte.
Potenzialmente, nella sola Torino il servizio potrebbe essere d’interesse per 2370 persone disabili con patente di guida, che spesso non dispongono del denaro necessario per acquistare automobili e dotarle poi degli apparati necessari a renderle utilizzabili da parte loro. In tutta la Città metropolitana, capoluogo compreso, i potenziali interessati al servizio sarebbero quasi settemila.
È sulla base di questi presupposti che la mozione proposta (la quale approderà prossimamente in Sala Rossa per il voto) intende impegnare l’Amministrazione comunale ad avviare una sperimentazione con gli operatori del servizio di car sharing operanti in città che veda l’inserimento nel loro parco vetture di un certo numero di veicoli multiadattati, ovvero utilizzabili dai e dalle titolari di “patente di guida B speciale”. Inoltre, il documento propone di inserire la disponibilità di una quota delle suddette autovetture tra i requisiti di partecipazione richiesti per le manifestazioni di interesse del servizio di car sharing a flusso libero.
Intorno alla proposta si è sviluppato un denso dibattito con presa di parola da parte della consigliera Diena e dei consiglieri Viale, Camarda, Catanzaro e Iannò (il quale ha preannunciato emendamenti). Il confronto si è sviluppato intorno a temi come il diritto universale alla mobilità in autonomia, la reale consistenza della domanda nei confronti del servizio e le verifiche fatte in questo ambito da altre città, la possibilità tecnica di non limitare la piena accessibilità ai soli paraplegici. Emerse anche, attraverso gli interventi di alcuni rappresentanti di aziende del settore, le questioni della problematica redditività del servizio (ancora embrionale nel suo complesso, con sole 6000 vetture in car sharing a livello nazionale) e dell’eventuale disponibilità di contributi finanziari da parte pubblica per avviare la sperimentazione delle vetture adatte ai disabili. Il tutto, in ogni caso, nel quadro di una disponibilità al confronto su un tema così delicato.
Al dibattito ha contribuito anche Roberto Romeo (presidente dell’associazione ANGLAT), il quale ha sottolineato come il diritto a muoversi nella maggior autonomia possibile sia sancito dalla Convenzione internazionale per i diritti delle persone disabili, ratificata dall’Italia tredici anni fa, apprezzando l’interesse al tema da parte del Consiglio comunale.
Claudio Raffaelli