Sono i volti del “secolo breve”, spennellati con maestria su tela, in un arco temporale compreso fra gli anni Venti e gli anni Settanta del Novecento. Una quarantina di quadri, dipinti nel corso di cinque decenni da Carlo Levi, pittore e scrittore (la cui opera letteraria più nota è senz’altro Cristo si è fermato a Eboli), intellettuale e artista, antifascista confinato in terra lucana dal regime.
Sono i visi intensi di Giuseppe Di Vittorio, Umberto Terracini e Renato Guttuso, ma anche del padre e della madre dell’artista, Ercole Levi e Annetta Treves, o ancora i lineamenti mediterranei della domestica lucana Giulia Venere o di ragazzini suoi corregionali intenti a giocare con un cagnolino. E poi Vittorio Foa, Giorgio Amendola, Leone Ginzburg…
Nel corso dell’inaugurazione, svoltasi oggi e condotta dal presidente della Fondazione, il consigliere comunale emerito Prospero Cerabona, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha portato il saluto della Città di Torino.
Nel suo intervento, Grippo ha sottolineato l’ importanza della Fondazione come caposaldo di politiche culturali ideate in un territorio periferico e poste al servizio della cittadinanza. La presidente ha anche voluto evidenziare il coincidere dell’inaugurazione della mostra pittorica di Carlo Levi con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La designazione di una donna alla presidenza dell’assemblea elettiva di Palazzo Civico, ha aggiunto Grippo, è in segnale di cambiamento che al tempo stesso ricorda quanta strada resti da percorrere. Esistono sguardi plurali che vanno al di là di ciò che abbiamo ereditato dal passato, ha concluso la presidente, rinnovando l’apprezzamento della Città per l’iniziativa della Fondazione Amendola.