Gli amanti del jazz sono una minoranza ma si affezionano ai festival; ad aprile il Torino jazz festival negli undici giorni di durata ha sfiorato i ventimila spettatori se sommiamo gli oltre tredicimila dei concerti principali ai tremilanovecento nei concerti dei club, ai milletrecentocinquanta dei Jazz blitz, ai millecentoquaranta dei Jazz talk e dei Jazz special. A Palazzo civico la Commissione Cultura coordinata da Lorenza Patriarca ha ospitato Alessandro Isaia della Fondazione per la Cultura. Il consuntivo della dodicesima edizione è così lusinghiero da rendere difficile confermarci allo stesso livello nel 2025 ha spiegato il referente che degli ottantaquattro concerti in palinsesto ha ricordato in particolare le esibizioni dedicate al cinquantenario dalla scomparsa di Duke Ellington e il ritorno in Europa sul palco del Lingotto del newyorkese John Zorn, figura seminale del jazz contemporaneo. Il sito ufficiale del festival annuncia che il festival 2025 si terrà dal 23 al 30 aprile – tre giorni più breve di quest’anno – ma il dibattito con i consiglieri si è concentrato sugli sponsor; dai principali – Intesa San Paolo e Iren – al sostegno del Ministero della Cultura e di Fondazione Crt, al contributo di Ancos e Confartigianato imprese: “Il rapporto privato-pubblico è del settanta per cento a carico dei privati e del trenta a carico del pubblico considerato il contributo ministeriale del Fus alla rassegna inserita tra le manifestazioni culturali di interesse nazionale”. Con la presidente Patriarca in Sala Orologio sono intervenute le consigliere Diena – Greco e Conticelli.
(Roberto Tartara)