Si è svolta questa mattina la cerimonia per l’intitolazione di una via di nuova realizzazione, a Helen König, artista e imprenditrice di successo, famosa soprattutto per avere ideato la #bambola “Lenci”, autentico fenomeno di costume a ridosso degli anni Trenta del secolo scorso. La strada si trova all’interno del quartiere #Mirafiori, perpendicolare a via Carlo Abarth, fra via Settembrini e via Plava, nel comprensorio un tempo completamente occupato dagli stabilimenti della Fiat. Alla cerimonia erano presenti: la vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria, Luca Rolandi presidente della Circoscrizione 2, Elena Marvelli nipote di Helen König, Enrica Pagella curatrice dell’allestimento permanente della collezione di ceramiche Lenci. Erano presenti anche alcune classi del vicino Istituto comprensivo “Salvemini”. Primo ad intervenire per i saluti ufficiali, Luca Rolandi, che ha tracciato il breve profilo di una donna, “una grande donna”, che ha saputo ritagliarsi un ruolo tutt’altro che marginale nel difficile periodo storico compreso fra le due guerre mondiali del secolo scorso, grazie alle sue doti artistiche e alle capacità imprenditoriali. Anche Pagella, nel salutare gli intervenuti alla cerimonia, ha insistito sullo spirito imprenditoriale di Helen König. Capace di dare vita, insieme al marito e in un momento di grande spinta propulsiva di una Torino già proiettata verso il futuro industriale, ad un’azienda con seicento dipendenti e si pregiava, nel suo momento di maggiore operatività, della collaborazione di grandi artisti dell’epoca quali Luigi Chessa, Mario Sturani, Clelia Bertetti e Claudia Formica. Pagella ha continuato ricordando che l’impresa Lenci è stata, durante il Ventennio, “uno spazio di sperimentazione e di libertà espressiva. Mentre le arti maggiori inneggiavano alla romanità di regime, nelle sue creazioni c’erano ancora l’ironia, il sorriso, la caricatura e lo sberleffo”. Prima di concludere, pagella ha ringraziato Angela Griseri della Consulta per i Beni culturali che ha permesso di utilizzare la donazione di Giuseppe e Gabriella Ferrero per allestire la mostra sulle ceramiche Lenci, attualmente visitabile presso le sale dei Musei Reali. Più intimo, invece, il ricordo di Elena Marvelli, incentrato sul rapporto affettivo con la zia e sui momenti condivisi in famiglia. Una zia, però, dal carattere forte, che insisteva spesso sul coraggio di “non mollare mai, trova sempre un modo per risalire”. Anche nei momenti difficili, insisteva con la nipote “insisti, studia, lavora, combatti e non cedere, segui sempre il tuo obiettivo!”. Prima dello scoprimento della targa stradale che porta il nome di Helen König, ultima ad intervenire, Ludovica Cioria si è rivolta in modo particolare alle bambine e ai bambini presenti, per esortarli a trarre due insegnamenti dalla storia della bambole Lenci: che non ci sono giochi da maschi e giochi da femmine e che il gioco preferito può diventare il proprio lavoro da adulto. “Helen König – ha concluso Cioria – nella sua vita ha resistito a quello che tutto intorno a lei cambiava ma non ha permesso a nessuno di rubarle i sogni, gli arcobaleni, le stelle, le bambole e le idee. Anche quando la vita era difficile, anche quando le cose non andavano bene”.
Helen König detta Lenci (Torino, 28.2.1886 – 20.2.1974)
All’anagrafe Elena, madre austriaca e padre tedesco arrivato nella nostra città nel 1885 per ricoprire l’incarico di responsabile della Reale Stazione agraria. Chiamata in famiglia con il nomignolo Helenchen, da cui deriva poi il soprannome Lenci, utilizzato per dare il nome alla famosa bambola. Dopo alcuni anni passati in viaggio per l’Europa, ha frequentato a Düsseldorf la Scuola d’Arte applicata, diplomandosi in fotografia nel 1907. Rientrata a Torino nel 1915 qualche anno dopo, nel 1919, fonda insieme al marito Enrico Scavini l’azienda “Ars Lenci”, utilizzando ancora una volta il suo soprannome per coniare l’acrostico che diventa il motto dell’impresa di #famiglia: Ludus est nobis constanter industria.
Marcello Longhin