Ciascuno ha fatto suonare la propria sveglia. Lo hanno fatto davanti a Palazzo Civico, per dare simbolicamente il segnale che il tempo sta per scadere e che occorre fare in fretta per mettere in salvo il Pianeta. E’ la politica nel suo complesso il destinatario del messaggio del giovane popolo del Fridays For Future che questa mattina è sfilato per il centro di Torino. Decine di migliaia di studenti delle scuole medie, superiori, oltre a studenti universitari, ma anche famiglie con bambini più in tenera età hanno manifestato la preoccupazione per le prospettive del Pianeta. Poco più di dieci anni di tempo per ridurre di un grado e mezzo la temperatura è quanto rimane per evitare che un clima impazzito per il surriscaldamento globale comprometta definitivamente la vita della Terra.
Fischietti, mascherine e tanti cartelli hanno messo in guardia dai pericoli: inviti a ridurre la CO2 nell’atmosfera si alternavano a quelli per il rispetto dell’ambiente o alla paura di malattie. Ricorrente il monito: non abbiamo un pianeta B.
Davanti a Palazzo Civico, il corteo è stato salutato dalla sindaca Chiara Appendino, dal presidente del Consiglio Comunale Francesco Sicari, dal presidente della commissione Ambiente Federico Mensio.
Impressionante la determinazione e la convinzione degli strikers, gli scioperanti ispirati dall’attività della giovane Greta Thunberg che da mesi sciopera dalle lezioni il venerdì. Cosa serve che la scuola ci prepari ad un futuro se rischiamo di non averlo? E’ la domanda ricorrente fra i ragazzi, ma più forte è la volontà di garantirselo e, a Torino, come in decine di Paesi in tutto il mondo, oggi lo hanno dimostrato in una giornata che resterà nella storia.
Federico D’Agostino