Rispondendo a una richiesta di comunicazioni sulla situazione della Fondazione Torino Musei, che ha annunciato 28 esuberi tra i suoi dipendenti, l’assessora alla Cultura, Francesca Leon, ha relazionato quanto segue:
La Fondazione Torino Musei (FTM) è stata costituita nel 2002 per gestire la GAM, Palazzo Madama la Rocca del Borgo Medievale e, successivamente, il MAO. Oltre alla Città, vi sono rappresentate Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Nel maggio scorso la Città, conscia dei problemi della Fondazione TM la, ha avviato un’analisi sulle sue prospettive di sviluppo, coinvolgendo Regione fondazioni bancarie e FTM stessa. Da settembre, allo scopo di realizzare una rete per la valorizzazione del patrimonio dei musei, si è lavorato affinché la Fondazione potesse svolgere un ruolo forte di relazione col territorio grazie a una nuova missione e al ripensamento di governance e struttura organizzativa. Il documento FTM, prospettive di un futuro in rete, ha sintetizzato obiettivi e modalità per un progetto organico di rinnovo. Un’operazione finalizzata a una più efficace conservazione e gestione e valorizzazione dei luoghi culturali che ha trovato concordi Città, Regione e fondazioni bancarie nel ritenere che la FTM potesse riunire il modo dell’arte e quello della scienza con l’ingresso in essa del Museo Regionale di Scienze Naturali (MRSN). In qs quadro la FTM potenzia il proprio ruolo in quadro di relazioni che ha come primo interlocutore l’Università di Torino, con il Polo del Museo dell’Uomo. Altri interlocutori importanti, Politecnico e Sistema Scienza Piemonte. Tutte realtà che in rete possono ottimizzare la gestione e la promozione delle attività Questo disegno strategico intende rispondere alla difficile congiuntura in cui si trova FTM, dovuta all’impossibilità da parte del Comune di fornire le stesse risorse del passato, creando presupposti per la soluzione a medio e lungo periodo ai problemi oggi aperti. Il documento di prospettive è stato presentato il 22 settembre al Consiglio direttivo della FTM e il 2 ottobre si è insediata la Cabina di regia che riunisce i vertici dirigenziali di Comune, Regione, FTM e fondazioni bancarie. Sono stati costituiti gruppi di lavoro tematici, il 15 dicembre è stato approvato il nuovo statuto, che definisce le nuove governance e missione della FTM e introduce l’Assemblea dei Soci Fondatori nel quale Sindaco della Città e presidente della Regione partecipano in prima persona alle scelte strategiche. Il gruppo di lavoro sul business plan è partito per definire un uno scenario di gestione credibile. I Soci fondatori dovranno impegnarsi a finanziare la Fondazione Torino Musei in base alle convenzioni. La Regione deve definire questioni come il termine dei lavori di ristrutturazione del MSRN e il suo ingresso nella fondazione Musei. Il 28 luglio la Città ha chiesto a FTM; dati sul personale in relazione alle attività che intendeva chiudere o ridimensionare, per verificare i percorsi di ricollocazione e possibili sinergie derivanti dalla futura integrazione del MRSN. Gli esuberi ammontano a 28 unità. La Città ha ricevuto il prospetto in settembre e ha proceduto a verificare la possibilità di reintegrazione dei dipendenti comunali: 5 prenderanno servizio presso la Città il 29 dicembre. Un altro dipendente è stato ricollocato in estate, nel 2018 sono previsti tre pensionamenti (di cui due “esuberi”). Si ipotizza che in futuro il museo di Scienze Naturali possa occupare un certo numero, da definire, di lavoratori oggi in esubero. Altri due dipendenti, con la riorganizzazione, potrebbero essere destinati all’ufficio operativo che gestirà le succitate relazioni di rete con enti e istituzioni culturali. La riapertura parziale del MRSN è prevista per il 2019, stando alle informazioni della Regione. Questa prospettiva permetterebbe un anno e mezzo, oltre ai pensionamenti, la ricollocazione della maggior parte dei dipendenti. Una variabile determinante sarà la riorganizzazione della Fondazione. In questo quadro l’’oggetto del tavolo di concertazione è quello di una prospettiva condivisa con i sindacati, fondata sull’analisi di situazione, vincoli e opportunità, un percorso che il Comune ha avviato da mesi con Regione e FTM. Per questo ho espresso il mio disaccordo sulle modalità con le quali i vertici di FTM hanno avviato il confronto con le parti sociali, annunciando le lettere di licenziamento. Questo è sbagliato perché la concertazione comporta un percorso condiviso che tenga conto delle difficoltà ma anche delle prospettive, Continueremo a dialogare con i lavoratori e i loro sindacati in relazione al piano di sviluppo. Un tavolo di lavoro si riunirà il 28 dicembre, mi auguro un congelamento formale delle procedure di licenziamento. Parte integrante di questo percorso è il rinnovo della convenzione tra Comune e Fondazione con la quale verranno definiti beni, attività e risorse per il triennio 2018-20, per superare l’incertezza delle risorse vista negli ultimi anni, talora con l’attribuzione di proprietà immobiliari in luogo degli stanziamenti, decisioni queste non meno critiche ai fini della stabilità e continuità aziendale.
Alla relazione dell’assessora Leon, ha fatto seguito il dibattito di seguito riassunto:
Massimo Giovara (M5S): Si tratta di una situazione complicata, conseguenza di un taglio parziale dei fondii della Città per la Fondazione, dovuto alla situazione finanziaria. Non possiamo però accettare i licenziamenti, facendo ricadere su 28 lavoratori il prezzo di scelte sbagliate del passato e attuali. Tutti i posti di lavoro vanno mantenuti, questa è una battaglia da sostenere unitariamente da parte del Consiglio comunale
Fabrizio Ricca (Lega Nord): La risposta che volevamo non è stata data. Cibrario aveva annunciato da tempo un taglio del 20%. E quando la Fondazione ha votato il bilancio che prevedeva quel taglio, lo ha fatto con voto unanime, alla presenza di sindaca e assessora Leon. Che adesso dicono di non essere d’accordo con il piano di Cibrario. Perché non l’hanno dichiarato in quella sede? Allora si sarebbe già potuto ragionare su tavoli di concertazione. Sempre Cibrario dichiara che il piano è stato voluto da tutti e che il Comune era informato. Ma oggi, con un comunicato ufficiale, la Città ripete di non volere fare ricadere sui lavoratori le conseguenze di quel piano. Chi ha mentito: l’assessora o Cibrario. Vorremmo una risposta. Che se non arrivasse, da parte di Leon, dimostra la sua inadeguatezza a ricoprire quell’incarico.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Leon parla oggi di un progetto organico per costruire un sistema. Parole che richiamano un suo intervento precedente, nell’ottobre scorso, in cui rispondeva alla perdita della mostra di Manet, parlando di organicità di visione e una programmazione intesa a valorizzare il sistema museale. Mi sembra una farsa che arrivi dopo 14 mesi a riproporre gli stessi temi senza dirci cosa ha fatto nel frattempo. Dichiara di essere in disaccordo sui tagli, di cui era però a conoscenza. Ma 28 persone apprendono dai giornali del bel regalo di Natale che gli viene fatto. Li ha mai incontrati quei lavoratori? Oggi si dice in disaccordo con la fondazione. Ma lei era seduta a quel tavolo. O mente Cibrario o mente lei. Sarà utile che vi mettiate d’accordo. Servono chiarezza e garanzie per queste persone. Solo più tardi, un programma serio sulla cultura che oggi manca per mettere a sistema la città che ha perso la sua grande capacità di fare cultura ad alto livello.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Sono due le questioni urgenti. Salvaguardare i posti di lavoro qualificati messi a rischio dai tagli previsti ed evitare il ridimensionamento delle attività e delle funzioni che dipendono da quei lavoratori, in particolare la biblioteca e l’archivio fotografico della GAM. Ma nella risposta dell’assessora si fa riferimento ad un prospettiva che richiede altri partner istituzionali e comunque praticabile solo a metà del 2019. L’amministrazione recita che si farà di tutto per evitare quei licenziamenti mentre Cibrario afferma che senza il piano di ristrutturazione la Fondazione Musei avrebbe continuato a perdere 130mila euro al mese e di conseguenza Fondazione CRT e San Paolo avrebbero interrotto l’erogazione dei propri contributi. Qualcuno di questa amministrazione si è premurato di verificare se questa affermazione risponde al vero? Servono provvedimenti chiari non retorica. Ci venga chiarito quali sono le garanzie di continuità per superare la situazione critica ed arrivare alla prospettiva progettuale indicata per il 2019. Infine: oggi pensiamo ai lavoratori, per quanto riguarda affidabilità e credibilità degli attori di questa tragica rappresentazione ne discuteremo più avanti.
Chiara Foglietta (PD): Mi aspettavo le scuse dell’assessora ai lavoratori e alla sua Maggioranza. Già a marzo, aprile e luglio il presidente Cibrario vi aveva avvisato. E il taglio di 1,5 milioni di euro non ha certo giovato. Ci sono poi mail dell’Ufficio della Sindaca dell’11 e del 15 novembre che facevano capire quanto fosse tragica la situazione. Vorrei che ora venissero date risposte alle famiglie dei lavoratori: che fine faranno nel 2018 e 2019? Sono preoccupata anche per i tagli al Museo della Resistenza.
Domenico Carretta (PD): Ci sono stati tanti campanelli d’allarme. All’indomani del taglio da 1,5 milioni, il presidente Cibrario aveva annunciato che inevitabilmente ci sarebbero state conseguenze sul personale, ma l’assessora ci aveva rassicurato, affermando che sarebbero state trovate altre risorse. C’è qualcuno che mente e questa Giunta non cresce mai. Non c’è una visione della città, ma solo retorica. Si rincorrono soluzioni, che non arrivano mai, come nel caso Gtt. Ora servono proposte per il futuro dei lavoratori.
Valentina Sganga (M5S): Ribadisco con forza che nel confronto serrato con i vertici della Fondazione sarà necessario trovare tutte le modalità possibili per difendere i lavoratori. E ringrazio i presidenti Russi e Albano per le audizioni che faranno in Commissione. Accanto alla difesa dei lavoratori e al rilancio del sistema museale, servono strategie serie in questo momento di crisi economica, iniziando dalla riduzione dello stipendio dei vertici.
Stefano Lo Russo (PD) Il capogruppo Stefano Lo Russo si è riferito all’assessora alla Cultura Leon chiedendole di riferire, insieme alla sindaca Appendino, quanto fatto per gestire la situazione di Fondazione Torino musei e soprattutto di prendere in mano la situazione per evitare i licenziamenti di 28 persone. Questo è il punto fondamentale ribadito da Stefano Lo Russo, rimandando ad altri momenti le questioni politiche.
Viviana Ferrero (M5S) La consigliera Ferrero ha dichiarato di sapere che sono molte le persone che seguono questa discussione con apprensione e aspettano risposte sulla loro situazione occupazionale. E’ una situazione difficile riorganizzare il sistema culturale e spero che questi non siano solo giochi politici che inficino la riorganizzazione della Fondazione Torino musei.
Replica assessora Leon: Non ho mai mentito. Non ci è mai stato comunicato che sarebbero state mandate lettere di licenziamento. La Città si è impegnata sin da subito per trovare soluzioni che non comportassero licenziamenti definitivi e per creare una prospettiva. Se non ci fossimo impegnati, i lavoratori sarebbero stati licenziati definitivamente! Ho incontrato i sindacati e la situazione è complicata, ma l’unica strada è la concertazione, non una prova di forza.
Sindaca Chiara Appendino: Tutti i nostri istituti culturali stanno affrontando due criticità: quello della liquidità (che ha portato all’indebitamento e alla creazione di interessi passivi, invece di investimenti) e quello della competenza (ogni anno sono stato ridotti i contributi della cultura, senza modificare la gestione degli enti). Ricondurre tutti i problemi a questo anno e mezzo di Amministrazione è disonesto dal punto di vista culturale. La sfida complicata ora è quella di riuscire a stabilizzare le risorse e creare modelli che funzionino per produrre cultura. Stiamo lavorando per mettere in sicurezza il sistema culturale della città, in un’ottica di medio periodo. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un modello che funzioni e per tutelare i posti di lavoro, nell’ambito di un nuovo sistema culturale che dia solidità per i prossimi dieci anni.
(a cura dell’Ufficio stampa del consiglio comunale)