Si costruivano i motori per le navi, in quell’enorme complesso industriale affacciato sui corsi Vercelli e Vigevano. In una città lontana dal mare ma che eccelleva per la sua produzione meccanica, non era così paradossale che nascessero i migliori propulsori per la Marina, sia civile che militare. Una fabbrica grande e importante, che nei giorni della Liberazione fu difesa dagli operai in armi, per impedire che i tedeschi in fuga la saccheggiassero o la facessero saltare in aria. Ma questo è il passato. Chiuse ormai da molti anni, le Officine Grandi Motori, una volta cuore pulsante per una fetta di periferia torinese, erano diventate una vera e propria ferita in un territorio già di suo problematico. 72.000 metri quadrati di degrado e abbandono, nonostante la presenza di costruzioni di pregio e tutelate dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, come il cosiddetto Lingottino, firmato dall’architetto Giacomo Mattè-Trucco (il progettista dello storico stabilimento FIAT Lingotto di via Nizza) o il più recente edificio battezzato “La Basilica” per la sua imponenza.
Oggi, la II commissione Urbanistica, ha dato il via libera per il voto in Consiglio comunale del provvedimento che, come ha sottolineato il presidente Tony Ledda, segna il punto di svolta di un iter amministrativo complesso sviluppatosi nel corso di molti anni, volto alla riqualificazione dell’intera area. Nel corso della riunione, alla quale ha preso parte l’assessore Paolo Mazzoleni, i tecnici comunali hanno riassunto a grandi linee la deliberazione con il Programma integrato in Variante al Piano Regolatore (PRIN) per quella che formalmente viene definita Ambito 9.33 Damiano. Il quadrilatero delimitato dai corsi Vigevano e Vercelli e dalle vie Damiano e Carmagnola – con un tratto di via Cuneo a dividerlo più o meno a metà – sarà riutilizzato con un mix funzionale che prevede un’area verde attrezzata a parco di circa 15.000 mq – di proprietà privata ma fruibile dalla cittadinanza – oltre a due aree commerciali (nella “Basilica” e nel “Lingottino”), edilizia residenziale, uno “studentato” che potrà ospitare fino a 250-300 universitari (ai piani superiori del “Lingottino” stesso) e un polo logistico, potenzialmente utilizzabile per l’e-commerce. Via Cuneo, citata in precedenza e già oggi alberata, verrà inoltre pedonalizzata.
L’area oggetto di questo piano è quasi interamente di proprietà privata, tranne una porzione di circa 3800 mq (tra corso Vercelli e via Cuneo) che appartiene alla Città. Quest’ultima, attraverso il provvedimento che sarà votato in Consiglio nei prossimi giorni, fissa dei paletti urbanistici generali (soprattutto per quanto riguarda le destinazioni d’uso delle singole porzioni di superficie): soltanto all’interno di essi il privato potrà decidere, ad esempio, se proporre o meno la realizzazione di un supermercato, se vendere a terzi parti di proprietà e così via. Il nuovo assetto dell’area prevede in ogni caso, è stato sottolineato nel corso della riunione, una pluralità di usi in un arco orario vasto, fra residenti, fruitori e lavoratori dei servizi commerciali, studenti, un fattore questo che dovrebbe contribuire a rendere la zona più vivace e sicura. La presentazione dell’atto ha suscitato un vivo interesse da parte di consiglieri e consigliere, intervenuti numerosi (hanno preso la parola Diena, Viale, Garcea, Catizone, Crema e Saluzzo) con domande e suggerimenti inerenti la sicurezza, la futura manutenzione del verde, la regolamentazione dell’e-commerce, la presenza di fontanelle pubbliche, i tempi di realizzazione: per quanto concerne questi ultimi, l’assessore Mazzoleni ha sottolineato come dopo l’approvazione da parte della Sala Rossa dell’atto oggi discusso, i restanti provvedimenti amministrativi da parte comunale saranno molto più rapidi, anche se ovviamente si tratta di un intervento edilizio di grandi proporzioni.
Claudio Raffaelli