I numeri sulla crisi energetica sono entrati nel dibattito del Consiglio Comunale. Nella riunione della commissione Bilancio e Partecipate, presieduta da Anna Borasi, Renato Boero e Giuseppe Bergesio, rispettivamente presidente ed amministratore delegato di Iren, hanno presentato un quadro che certamente non era roseo prima dell’inizio del conflitto bellico ma che ora rischia di peggiorare ulteriormente.
Nel primo trimestre 2022, il costo dell’energia elettrica è aumentato del 55% mentre il gas del 42%.
Dati che spingono a riflettere sulla necessità di ricorrere a forme di energia green. Svolta verso la quale Iren si è già orientata con un piano industriale di 2,5 miliardi che includono investimenti nell’ambito del fototovoltaico, eolico ed idroelettrico, un ambito che al momento presenta criticità per la scarsità dell’acqua.
Tuttavia gli effetti della produzione di nuove forme di energia si vedranno sul medio lungo periodo. Con l’attuale legislazione, infatti, un impianto fotovoltaico per un gestore di energia richiede tempi
lunghi, 4 o 5 anni dei quali tre necessari per le autorizzazioni. Tempi ancora più lunghi per gli impianti eolici dove occorrono 7 anni. Anche in questo caso, gran parte del tempo è assorbito dagli aspetti burocratici.
Iren tuttavia sta investendo anche nello storage, vale a dire lo stoccaggio di energia prodotta e non utilizzata.
La crisi energetica avrà notevoli impatti sulle bollette di aziende e famiglie molte delle quali, ha sottolineato l’assessora Chiara Foglietta, si troveranno in grande difficoltà. Difficoltà, ha evidenziato, che non risparmieranno anche il settore dei trasporti. Pesanti contraccolpi, ha evidenziato, saranno subiti da Gtt e sebbene si stia accelerando sulla transizione ecologica, nell’immediato occorre misurarsi con la criticità dei costi. Senza risorse a fondo perduto da parte del Governo, ha spiegato Foglietta, sarà difficile per la Città affrontare la situazione, soprattutto nel dare sostegni alle famiglie.
Federico D’Agostino