L’endometriosi è una nemica particolarmente subdola, tanto da venir frequentemente diagnosticata solo dopo sette, otto, anche dodici anni dall’insorgenza. Si stima che ne soffrano 190 milioni di donne a livello planetario, delle quali almeno tre milioni nel nostro Paese, decine di migliaia a Torino. In generale, si tratta di donne di una fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni: anche se, dato il frequentissimo ritardo nella diagnosi. è chiaro che può colpire anche le adolescenti. L’endometriosi, è una malattia cronica caratterizzata dalla crescita dell’endometrio – abitualmente presente solo come rivestimento della cavità interna dell’utero) – in altre zone del corpo, soprattutto nelle ovaie o in altre parti dell’apparato genitale, ma anche nell’intestino o nell’apparato urinario, fino, in alcuni casi, a polmoni e cervello.
Il problema è che l’endometrio presente nella cavità uterina viene eliminato tramite le mestruazioni, mentre le formazioni collocate in parti del corpo non sono evidentemente soggette a questo ciclo naturale: l’endometrio, da parte sua, reagisce alle modificazioni ormonali indotte dal ciclo e se presente in zone extrauterine provoca reazioni infiammatorie, formazione di tessuto cicatriziale e aderenze. La conseguenza immediata sono dolori cronici e lancinanti (che già basterebbero a renderla una malattia alla quale prestare la massima attenzione), ma anche l’infertilità, senza parlare delle conseguenze psicologiche delle ricadute sulla propria vita sessuale e affettiva, nonché sulle attività di studio e lavoro. Pesanti anche le ricadute sociali, con 33 milioni di giornate lavorative perse ogni anno, 128 milioni annui spesi dal SSN per le cure e altri 54 milioni per gli interventi chirurgici. Una vera e propria “disabilità invisibile” che necessita ancora di adeguato riconoscimento a livello normativo, oltre che di una ancor maggiore formazione e sensibilità del personale sanitario, a cominciare dai medici di base. Gli esperti consigliano comunque di non sottovalutare la comparsa di sintomi quali dolori al basso ventre, durante le mestruazioni o nel corso di rapporti sessuali, oppure nell’atto di urinare, soprattutto quando in coincidenza con il ciclo mestruale. Attenzione, però: con il progredire della malattia i suddetti sintomi tendono a cronicizzarsi al di là del ciclo mestruale. E tra i sintomi che possono annunciare l’endometriosi sono da annoverare anche l’alternanza di stipsi e diarrea, così come il sangue nelle urine o l’infertilità.
Che l’endometriosi sia una malattia frequentemente sottovalutata è stato sottolineato durante un’iniziativa svoltasi ieri presso la Fondazione Pandeia e organizzata dalla Fondazione Onlus “Medicina a misura di donna”. Un incontro informativo, promosso in occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi, che ha visto una sala affollata, in gran parte da giovani donne. Intervenendo dopo l’introduzione della professoressa Chiara Benedetto, cofondatrice e presidente di “Medicina a misura di donna”, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, portando il saluto della Città di Torino, ha sottolineato il peso dei fattori culturali, economici, anagrafici, anche etnici, nell’isolamento che spesso accompagna le malattie declinate al femminile.
La presidente ha poi ricordato l’impegno della Città di promuovere il lavoro in rete per realizzare politiche adeguate alle esigenze della popolazione, impegno concretizzato anche dalla riattivazione, nel 2023, dell’Osservatorio cittadino per la salute delle donne con ampia partecipazione di enti e associazioni. Informare le donne e il pubblico in generale su diagnosi e cura dell’endometriosi, ha aggiunto Grippo, è importante, perché i servizi ci sono ma talvolta non li si conosce. Tenere insieme istituzioni sanitarie e Pubblica amministrazione è importante anche per tutelare i diritti delle donne, a cominciare da quelli all’autodeterminazione e alla salute sessuale e riproduttiva.
Proprio qui a Torino, peraltro, è attivo presso l’ospedale Sant’Anna il Centro per l’Endometriosi, punto di riferimento per tutto il Piemonte. Sempre presso il Sant’Anna, è attivo il Servizio di Psicologia clinica.
Per informazioni: info@medicinamisuradidonna.it oppure medicinamisuradidonna@legalmail.it. Sito web: http://www.medicinamisuradidonna.it
Claudio Raffaelli