La grande maggioranza del patrimonio edilizio pubblico risale a prima dell’introduzione delle normative sul risparmio energetico. Questo è ancora più vero per le case popolari o di edilizia residenziale pubblica (ERP), come le si definisce più correttamente. In gran parte, risalgono a prima del 1970. Oggi, l’Agenzia Territoriale per la Casa torinese (ATC, con sede in corso Dante 14) gestisce circa 30mila appartamenti, di sua proprietà o appartenenti ad Enti locali, come il Comune di Torino. Altri 21mila sono stati nel tempo riscattati e ora appartengono a chi ci abita, anche se la gestione è rimasta in capo ad ATC. Un patrimonio immobiliare che può essere definito energivoro, proprio per la sua vetustà tecnologica: consumano troppa energia rispetto al necessario, tanto che le spese addebitate agli inquilini per elettricità, riscaldamento ed acqua calda sanitaria sono il triplo rispetto all’affitto medio, risultando insostenibili per molti inquilini. Una riunione svoltasi questa mattina a Palazzo Civico, che ha visto le commissioni consiliari Servizi sociali, Ambiente e Smart City riunite con rappresentanti di ATC, IREN e ANCE – con alla presidenza Antonino Iaria – ha fatto una prima panoramica della situazione. ATC ha emesso un bando, presente sul suo sito web, per individuare operatori economici eventualmente interessati ad un intervento di efficientamento energetico su 10 siti ERP con un totale di circa 1500 appartamenti di proprietà dell’ente di corso Dante. Il tutto, utilizzando gli incentivi e agevolazioni statali contenuti nel Conto termico GSE 2019, per ridurre gli agenti inquinanti grazie alla diffusione di tecnologie più pulite ed efficienti. Le risorse restano il problema principale, e questo necessita anche di sinergie tra le varie amministrazioni locali per interloquire in sede nazionale.
C.R.