Raccolta differenziata, porta a porta, cassonetti stradali o moderne ecoisole a tessera elettronica: la variabile indipendente di ogni strategia per l’ottimizzazione della raccolta dei rifiuti urbani, nonché del loro riciclo, è l’irriducibile maleducazione da parte di una minoranza che si libera dei propri scarti abbandonandoli ovunque. Discariche ai lati delle strade di estrema periferia, sacchetti di immondizia domestica conficcati a forza nei cestini stradali, altri sacchetti, cartoni da imballaggio, damigiane, ferraglie e altro ciarpame mescolati alla rinfusa e gettati con noncuranza in prossimità di cassonetti, ecoisole, contenitori condominiali, insomma ovunque. Un’abitudine la quale, al di là di una certa tendenza allo sfregio antisociale (già di per sé intollerabile), dato che quel pattume occorre comunque rimuoverlo produce costi aggiuntivi per le casse comunali, che già normalmente sborsano 176 milioni annui per il contratto di servizio con AMIAT-IREN. L’amara considerazione dell’assessora Chiara Foglietta ha concluso la riunione della VI commissione #Ambiente, presieduta da Claudio CerraTO , nuovamente tornata sul tema delle ecoisole per discutere una proposta di mozione della consigliera Paola Ambrogio .
Il documento, che sarà sottoposto al voto del Consiglio comunale nei prossimi giorni, suggerisce di rivedere il piano di raccolta rifiuti, adottando modalità elastiche, più connaturate alle caratteristiche socio-urbanistiche delle diverse zone di Torino. La mozione individua l’abbandono dei rifiuti all’esterno dei contenitori delle ecoisole, da parte di cittadini privi della relativa tessera elettronica, come una delle principali cause di degrado. In più il documento sostiene che le ecoisole siano particolarmente ingombranti, così come gli automezzi che svolgono i servizi di rimozione dei rifiuto dalle medesime, ed auspica un miglioramento del servizio che possa portare riduzioni tariffarie per i torinesi.
Tesi confutate dai rappresentanti dell’azienda che si occupa dell’igiene ambientale della città (ormai parte del Gruppo IREN ma lontana discendente di quella che fu l’Azienda Municipale Raccolta Rifiuti, AMRR), i quali hanno sostenuto che la modulabilità dei cassonetti elettronici delle ecoisole – non più voluminosi dei tradizionali cassonetti stradali – consente il loro adattamento a spazi di diversa conformazione.
Anche la larghezza degli automezzi utilizzati per le operazioni di rimozione non è superiore a quella dei veicoli utilizzati per la raccolta porta a porta. Risultano invece inferiori, secondo AMIAT, i tempi di esecuzione del servizio, circa due minuti a cassonetto contro i sette-otto necessari per raccogliere un analogo volume di rifiuti suddivisi tra più contenitori condominiali.