La femminilizzazione dello sguardo verso percorsi di identificazione di genere è un traguardo ancora da raggiungere ha affermato Maria Grazia Grippo ed è un percorso verso un approccio differente dal ruolo maschile ha aggiunto Monica Andriolo. La prima – presidente del Consiglio comunale – con la seconda – coordinatrice della Consulta femminile comunale – hanno posto l’accento su un aspetto sociologico di prospettiva durante il convegno dedicato alle donne migranti ospitato a Palazzo civico per i quarantacinque anni di attività della Consulta che dal 1978 si rapporta con l’Amministrazione comunale per promuovere il miglioramento della condizione femminile come ha ricordato la sua presidente Silvana Ferratello. La Sala rossa ha ospitato un incontro su uno dei principali snodi della società contemporanea introdotti dall’intervento di Grippo che ha ringraziato la Consulta per l’approfondimento in grado di fornire strumenti di lavoro all’assemblea di Palazzo civico: “Torino è meta di flussi migratori nella sua storia; nel dopoguerra dal sud italia, oggi con nuove ondate che trasformano la città e ci mostrano l’adesso inducendo politiche di accoglienza dei nuovi concittadini e programmi di inclusione per renderla sempre più accogliente.” Poi il richiamo alla femminilizzazione dello sguardo ricordando che “quasi la metà dei migranti torinesi sono donne”. La vicesindaca Michela Favaro ha evidenziato il lavoro dell’esecutivo di Palazzo civico: “Dal linguaggio inclusivo alle azioni contro le discriminazioni di genere alle collaborazioni con altre amministrazioni contro il razzismo” per poi ricordare la tradizione torinese di accoglienza e le prospettive: “le nuove famiglie stanno contribuendo all’incremento demografico cittadino e siamo impegnati in favore dello ius scholae.” La relazione di Andriolo ha sviscerato i temi inevasi per la parità delle donne migranti e le criticità sotto gli occhi di tutti: l’accesso limitato al mondo del lavoro; i bassi salari e il divario di retribuzione con le retribuzioni maschili; le molestie e le violenze sui luoghi di lavoro; le discriminazioni anche dopo anni di vita in Italia; la maternità fonte di esclusione lavorativa; la presenza di stereotipi e pregiudizi ma ha posto l’accento sulla loro capacità di reazione alla violenza, alla volontà di affermazione derivante dalla consapevolezza del proprio ruolo sociale: “si impegnano in tutti gli ambiti e hanno grande volontà di inclusione; occorre un accompagnamento ai nuovi cittadini da parte dei torinesi.” Al convegno moderato dalla giornalista Maria Teresa Martinengo sono intervenuti Lorenzo Trucco dell’Associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione per gli aspetti legati al diritto dell’immigrazione; l’avvocata Paola Fierro per le questioni di accesso alle prestazioni sociali; la dirigente della Questura Ilenia Gliozzi. Hanno portato una testimonianza due donne migranti: Valbona Ballici giunta a Torino dall’Albania e Kadidjia Traore dal Mali mentre la conclusione della consigliera comunale Ivana Garione ha ricordato l’adozione di atti in materia da parte di Consiglio e Giunta a testimonianza di una Torino città di accoglienza attenta alle dinamiche del mondo dei migranti.
(Roberto Tartara)