Il messaggio è forte, deve essere veicolato con attenzione e continuità: si può e si deve aiutare la vita, anche oltre la durata della propria. Donare un organo può far sì che da una vita purtroppo spezzata possa nascere almeno un’opportunità di sopravvivenza per qualcun altro. E molto si può fare anche senza essere… giunti al capolinea. Donare il sangue o il midollo osseo, ad esempio: cosa che qualunque persona adulta in buona salute può fare, senza alcun danno né rischio, offrendo una chance a uomini e donne altrimenti condannati a morte.
Ma è sul generoso atto della donazione degli organi in caso di morte, il quale pure si va giustamente diffondendo, che in Italia restiamo molto al di sotto della soglia necessaria. Così, sono in migliaia ad attendere un organo per sopravvivere, o delle cornee per poter vedere ancora. Bambini e adulti, persone per le quali un piccolo gesto di umanità e di coraggio può fare la differenza tra il vivere e il non vivere. E non si tratta soltanto di altruismo: statisticamente, ognuno di noi ha quattro volte più probabilità di ricevere un organo piuttosto che di donarlo. A questo proposito, le commissioni Pari opportunità e Sanità hanno esaminato una proposta di mozione bipartisan firmata dalle consigliere Monica Canalis e Viviana Ferrero. Il documento, che sarà sottoposto al voto del Consiglio comunale dopo le festività di fine anno, prevede una serie di azioni da parte della Città di Torino per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della donazione di organi e appoggiare le attività del volontariato impegnato in questo campo, a partire dall’AIDO, Associazione Italiana Donatori Organi. L’AIDO agisce in stretto contatto con le altre associazioni di volontariato impegnate sia nella donazione di sangue e tessuti, sia nell’assistenza post operatoria e nella tutela degli interessi dei trapiantati.
Claudio Raffaelli