Le otto telecamere piazzate in luoghi “sensibili” allo scopo di contrastare il fenomeno delle discariche abusive – che affligge particolarmente alcune aree periferiche a Nord della città – hanno fatto il loro lavoro, con centinaia di sanzioni per abbandono indiscriminato di rifiuti, talvolta anche pericolosi come l’amianto. Oltre a questa attività di videosorveglianza, che di per sé non sarebbe sufficiente a contrastare in maniera efficace il fenomeno, AMIAT ha organizzato un servizio di controllo e accertamento. La struttura conta su 13 ispettori, i quali diventeranno presto una quindicina. Incaricati e incaricate che hanno anche potere sanzionatorio, in sinergia con la Polizia Municipale in caso di infrazioni con rilevanza anche penale oltre che amministrativa. Da parte sua, la Città di Torino, recependo modifiche legislative a livello nazionale, ha avviato un percorso di revisione del Regolamento comunale relativo alla gestione dei rifiuti, che comporterà un aumento delle sanzioni, con un minimo fissato a cento euro, il doppio dell’attuale.
Queste le conclusioni, tratte dal presidente della VI commissione Ambiente, Claudio Cerrato, emerse al termine di una riunione che ha visto anche la partecipazione della presidente di Amiat, Paola Bragantini, da poco insediatasi al vertice dell’azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti a Torino. Nel corso dell’incontro, svoltosi in seduta congiunta con la commissione Servizi Pubblici Locali presieduta da Angelo Catanzaro, hanno preso la parola diversi consiglieri e consigliere (oltre ai due presidenti, Liardo, Garione, Ledda, Viale e Diena).
Tra i vari temi posti in discussione, la presenza di discariche in via Monteverdi e al Villaretto, la centralità dell’educazione ambientale e l’attuale irrilevanza delle cifre sanzionatorie, il ritiro a domicilio dei materiali ingombranti (che AMIAT fornisce gratuitamente ai torinesi), i controlli del corretto frazionamento dei rifiuti domestici e un certo ritardo nella riscossione del pagamento delle sanzioni, ancora non effettuato in quasi tre quarti dei casi. Alcuni degli interventi hanno comunque dato atto di un certo miglioramento della situazione complessiva dell’igiene urbana nell’ultima fase.
Claudio Raffaelli