Come richiesto dalle consigliere Eleonora Artesio (Torino in Comune) e Deborah Montalbano (DemA) e dal consigliere Francesco Tresso (Lista civica per Torino) è intervenuta nella seduta del Consiglio Comunale dell’11 maggio 2020 la vicesindaca e assessora al Welfare Sonia Schellino, per fornire comunicazioni sul presidio di piazza d’Armi e sull’attendamento in piazza Palazzo di Città.
La struttura temporanea di piazza d’Armi – ha spiegato la vicesindaca – non è un dormitorio, ma un sito umanitario “salva vita”, allestito solo per il periodo invernale, per affrontare il freddo, in cui si può entrare senza esibire documenti, qualunque condizione si abbia. Si deroga alle regole consuete – ha aggiunto – per garantire un’accoglienza dignitosa a chiunque.
Il presidio è stato gestito dalla Croce Rossa sino allo scorso 3 maggio e non è stato possibile prorogarne l’apertura – ha affermato Schellino – per ragioni sanitarie e di sicurezza.
Proprio per le esigenze legate al Covid, sono però stati aumentati gli spazi e i numeri dei posti letto nei dormitori, accogliendo anche le persone che si trovavano in piazza, disponibili a entrarci o a partecipare ad altri programmi di accoglienza. Sono inoltre stati posizionati bagni chimici nel territorio cittadino, anche in prossimità di piazza Castello.
Per tutelare la salute di tutte e tutti – ha aggiunto la vicesindaca – vengono effettuati tamponi prima di accedere ai dormitori, in collaborazione con Unità di Crisi e Croce Rossa.
Servono però fondi dedicati – ha concluso – e una più stretta collaborazione con il sistema sanitario e l’area metropolitana, dato che la metà degli utenti arriva da fuori Torino.
Si è quindi svolto un dibattito.
Valentina Sganga (M5S): La tendopoli di fronte al Comune resta impressa nella mente e negli occhi. L’assessora ha affrontato le difficoltà pragmaticamente, ma non può risolverle il solo Comune. Dobbiamo fare rete con Prefettura, Terzo settore, cooperazione e Protezione Civile, per regolarizzare i documenti, per allestire spazi di accoglienza idonei e servizi sanitari. E il Comune deve farsi parte attiva e contribuire a dare risposte anche dove non ha competenze dirette.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): La chiusura del sito umanitario di piazza d’Armi andava valutata tenendo conto della nuova emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. La Città deve coordinare le attività, ascoltare e coordinare le reti virtuose che l’associazionismo sta attivando. Occorre trovare soluzioni nuove, per tutte le persone in difficoltà, bisogna attivarsi per ottenere tamponi, per tutelare la situazione igienico-sanitaria delle persone accampate in piazza, trovare soluzioni abitative, incrementare i bagni pubblici, provvedere all’emergenza alimentare.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Se si doveva chiudere piazza d’Armi, perché non lo si è fatto prima, verificando le alternative praticabili? Forse perché si sperava che le persone di disperdessero da sole, diventando invisibili per la Città di Torino, ma non è stato così. Mi auguro giovedì in IV Commissione si affronti il problema, individuando forme di cooperazione e coordinamento per dare una risposta diversa dalla strada.
Deborah Montalbano (DemA): Il Covid ha messo in luce tutte le mancanze del sistema sociale, soprattutto a livello comunale. La riscossa degli ultimi e la rivoluzione politica che erano state promesse non ci sono state! E ora è scoppiata la bomba nei dormitori e in piazza d’Armi. Si poteva almeno portare cibo e si doveva ragionare prima della chiusura del presidio sulla futura sistemazione degli ospiti: sono indignata per questa gestione!
Maria Grazia Grippo (PD): Con la pandemia si doveva cambiare approccio, ma non lo si è fatto. Si è agito troppo tardi. Mi aspettavo almeno un’ammissione degli errori commessi da parte dell’assessora Schellino e della sindaca. C’è una responsabilità diretta da parte del Comune, che avrebbe dovuto cercare soluzioni alternative prima della chiusura di piazza d’Armi. La situazione ora è precipitata: basta andare in piazza Palazzo di Città per rendersene conto. Chiediamo che l’Amministrazione rimedi ai propri errori e trovi soluzioni concrete. È in gioco la salute di tutta la comunità.
Nella replica, l’assessora Schellino ha precisato che in piazza Palazzo di Città non ci sono solo persone che dormivano in piazza d’Armi (e che si sta cercando di sistemare in altre strutture), ma anche persone espulse dai dormitori gestiti da associazioni, persone che hanno rifiutato sistemazioni e altri casi particolari. Ha poi precisato che i bagni collocati davanti al Municipio non sono a norma, mentre sono attivi bagni chimici ai Giardini reali, e che le mense per la distribuzione del cibo sono operative.
Infine – ha concluso – sono ancora disponibili posti nei dormitori comunali.
Massimiliano Quirico