Decreto Sicurezza, ampio dibattito a Palazzo Civico

Nelle foto, agenti di polizia in servizio d'ordine pubblico

Il disegno di legge 1660, conosciuto come “ddl Sicurezza”, già approvato in sede di Camera dei Deputati e ora all’esame del Senato, è stato al centro di un serrato dibattito nel corso di una riunione congiunta, presieduta da Luca Pidello, delle commissioni Legalità e Polizia Municipale, insieme alla Conferenza dei capigruppo. Lo spunto è stato dato dalla proposta di mozione “La Città di Torino unita contro il ddl Sicurezza”, illustrata dalla capogruppo Sara Diena e firmata anche dai capigruppo Cerrato, Ciampolini e Apollonio.

Il documento, che sarà prossimamente sottoposto al voto in Sala Rossa, analizza in modo critico l’impianto del disegno di legge, strutturato su 38 articoli, dandone un giudizio negativo alla luce dei principi costituzionali sul diritto di manifestare il proprio dissenso in forma pacifica e con pratiche di disobbedienza civile nonviolenta. Principi che secondo i firmatari del documento verrebbero apertamente messi in discussione, in una logica securitaria basata sull’inasprimento delle pene e sulla criminalizzazione del dissenso, senza che d’altra parte siano affrontati, ad esempio, i nodi strutturali delle difficili situazioni del sistema carcerario e di quello giudiziario. La proposta di mozione, infine, chiede che il sindaco e l’esecutivo di Palazzo Civico si attivino presso Governo e Parlamento, anche tramite l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI), per rendere pubblica l’assoluta contrarietà dell’Amministrazione comunale torinese rispetto alle disposizioni del “ddl Sicurezza”.

Su un tema così direttamente politico, il dibattito è stato intenso. Gli interventi dei gruppi consiliari di centrodestra (Iannò, De Benedictis, Liardo, Garcea) hanno fatto quadrato intorno al disegno di legge in discussione, sostenendo che il Paese, con il voto alle ultime elezioni politiche, ha espresso quell’esigenza di maggiore sicurezza che il ddl 1660 ha incarnato dal punto di vista normativo. Inoltre, negando che il provvedimento ora in discussione al Senato limiti la libertà di espressione e manifestazione, hanno accusato i promotori della mozione di eccessiva tolleranza verso l’illegalità e di sottovalutare il bisogno di sicurezza da parte della popolazione.

A sostegno del documento presentato da Diena, con toni fortemente critici verso le politiche del Governo e della sua maggioranza parlamentare in tema di ordine pubblico e sicurezza, definite inefficaci ed autoritarie, sono invece intervenuti i consiglieri e consigliere Apollonio, Ciampolini, Sganga, Crema, Cerrato, Cioria, Busconi e Borasi, mentre Viale ha ventilato l’ipotesi di un documento alternativo.

Claudio Raffaelli