La Garante per i diritti delle persone private della Città di Torino, Monica Cristina Gallo, ha oggi partecipato ad una conferenza stampa al Centro Sereno Regis, insieme ai familiari di Antonio Raddi, detenuto presso il carcere Lorusso e Cutugno e deceduto in ospedale per un’infezione il 30 dicembre 2019.
I familiari, supportati dai loro legali e dalla Garante stessa – che già allora aveva seguito il caso del ventottenne – sono intenzionati a fare opposizione all’archiviazione del procedimento da parte dell’autorità giudiziaria. L’obiettivo, ha spiegato l’avvocato Gianluca Vitale, è quello di arrivare ad un processo pubblico che accerti le eventuali responsabilità nel decesso di Antonio, il quale era una persona, ha ribadito, affidata alla tutela dello Stato.
La famiglia Raddi sostiene infatti che il giovane Antonio non abbia ricevuto adeguate cure mediche a fronte di un progressivo quanto evidente deterioramento delle sue condizioni di salute. E questo, è stato affermato durante l’incontro con i giornalisti, nonostante i reiterati appelli rivolti alle autorità giudiziarie e carcerarie dai familiari e della stessa Garante – il cui esposto aveva poi dato il via alle indagini – per segnalare il preoccupante deterioramento dello stato di salute del ragazzo.
Claudio Raffaelli