L’arte, lo sport, l’impresa, la formazione, l’impegno civile e la solidarietà sociale. Sono tante le eccellenze di Torino, e i sette nomi proposti dalla sindaca Chiara Appendino e approvati dalla Conferenza dei capigruppo li riassumono bene. E quale migliore occasione della Festa di San Giovanni per consegnare loro, a Palazzo Civico, il titolo di Ambasciatori nel mondo delle eccellenze del territorio torinese? Il presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari, ha aperto la cerimonia ringraziando i sette nuovi Ambasciatori e Ambasciatrici per i loro eccellenti trascorsi e per il gravoso compito del quale si sono fatti carico. “I vostri nomi – ha aggiunto Sicari – raccolgono le eccellenze territoriali di ieri e di oggi, una memoria storica ed un presente che vanno preservati, valorizzati e promossi nel mondo“. Il presidente ha quindi affiancato la sindaca Chiara Appendino nella consegna dei titoli onorifici. Il primo a ricevere tra le proprie mani il titolo di Ambasciatore delle eccellenze del territorio torinese è stato don Luigi Ciotti, fondatore e ispiratore di realtà sociali e civili come il Gruppo Abele e Libera. Ciotti ha definito Torino “una città attenta e generosa“, sottolineando come il termine ambasciatore, nel latino medievale, implicasse il concetto del “servire” . “Ragion per cui accetto questo titolo con grande responsabilità” ha sottolineato il sacerdote, che ha rievocato il proprio incontro con un grande torinese come il vescovo Michele Pellegrino, “che si faceva chiamare padre e tale aveva saputo essere“. E’ stata quindi la volta di Maria Lodovica Gullino, direttrice di Agroinnova e docente ordinario di Patologia vegetale all’Università di Torino, che sottolineato il ruolo del polo universitario nel futuro della nostra città ha voluto anche evidenziare come la tecnologia “non debba mai farci dimenticare l’importanza dei rapporti umani, fondamentali per una città ed un mondo migliori“. Da parte sua, l’imprenditore nel campo della profumeria Sergio Momo (Xerjoff) ha dichiarato di voler vivere con impegno le responsabilità legate al titolo conferitogli, auspicando di riuscire “a rappresentare quella parte di torinesi che a fronte delle difficoltà accetta la sfida con forza“. Un commosso Ernesto Olivero ha poi rievocato l’inizio dell’avventura del suo Servizio missionario giovanile, il Sermig, a partire dalla fondazione dell’Arsenale della Pace tramite il lavoro di migliaia di volontari.
Terza generazione nel campo dell’auto e del design industriale, Paolo Pininfarina ha tra l’altro affermato di avere avuto “un nonno, un padre ed un fratello straordinari” , sottolineando “questo premio è anche per loro, è un riconoscimento alla capacità di perseverare e innovare nel portare nel mondo il made in Italy (e in Torino)“.
L’arte è al centro della vita di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione omonima istituita 25 anni fa: “Da allora, ha spiegato, perseguiamo il triplice obiettivo di aiutare gli artisti, avvicinare la gente all’arte contemporanea, a partire dai giovanissimi, e collaborare con le istituzioni per promuovere l’arte, che apre la mente, crea lavoro e attrae investimenti“.
Unico assente tra gli insigniti del titolo di ambasciatore subalpino, per ragioni di impegni sportivi precedentemente assunti, il giovane tennista Lorenzo Sonego, numero 46 nella classifica mondiale ATP, un’eccellenza del nostro sport e “un ramo che donerà molti frutti“, come lo ha definito il presidente dello sporting Club-Circolo della Stampa, Luciano Borghesan, nel ritirare l’attestato in sua rappresentanza. E’ spettato alla sindaca Chiara Appendino, terminata la consegna delle onorificenze, il compito di concludere la breve cerimonia, affermando tra l’altro che punto di forza di Torino “è in primo luogo il suo capitale umano, che i sette nuovi Ambasciatori e Ambasciatrici rappresentano nei suoi molteplici aspetti“. Rivolgendosi ai premiati, la sindaca ha espresso ammirazione per la loro passione e i loro sforzi a beneficio della comunità, anche attraverso momenti difficili. “Essere qui in Sala Rossa per la prima volta dopo molte settimane, ha sottolineato la sindaca, vuole anche rappresentare un segnale per la città, messa in ginocchio, come il resto del Paese, dalla pandemia e dalle sue conseguenze economiche e sociali, che si faranno sentire anche in futuro. Consegneremo al mondo, tramite i nostri Ambasciatori e Ambasciatrici, l’immagine di una Torino che vuole ripartire e che si risolleverà“, ha concluso Chiara Appendino.
Alla cerimonia in Sala Rossa ha preso parte il prefetto Claudio Palomba. Presenti in sala, tra gli altri, anche diversi consiglieri comunali: Eleonora Artesio, Stefano Lo Russo, Federico Mensio, il vicepresidente del Consiglio comunale Enzo Lavolta, Fabrizio Ricca e Raffaele Petrarulo.
Claudio Raffaelli