La cura di parchi giardini e alberi a Torino è sempre stata di grande complessità. Negli ultimi decenni, infatti, Torino ha incrementato le aree verdi, riqualificando ad esempio aree industriali dismesse, come Parco Dora o parco Peccei, o valorizzando e rendendo fruibili le aree intorno ai fiumi, come il parco della Confluenza, la Colletta, il Meisino, il parco Stura ecc.
Investimenti che hanno fatto sì che il capoluogo piemontese si fregiasse del titolo di città più verde d’Italia, grazie anche ai boschi e ai parchi collinari.
Ma quanto costa mantenere il verde in città? Nel 2008, la Città ha speso 9 milioni 621 mila euro (suddivisi tra Amministrazione centrale e Circoscrizioni).
Anche a causa di questioni legate alla salvaguardia del patto di stabilità, le risorse per taglio dell’erba e più in generale per la manutenzione delle aree verdi sono scese fino al 2016 (4 milioni 991 mila euro). Dal 2017 si è registrata un’inversione di tendenza con fondi più generosi fino ai 7 milioni 378 mila euro previsti per quest’anno.
Fondi ancora insufficienti, come ha sottolineato lo stesso assessore Francesco Tresso, nel corso della commissione Bilancio presieduta da Anna Borasi, durante la quale si è discusso sullo stato di applicazione di una mozione del Consiglio Comunale, che chiedeva proprio l’incremento di risorse per il verde pubblico.
Qualcosa cambierà probabilmente dal prossimo anno, dopo che sarà bandita, dopo l’estate, la gara che assegnerà per il prossimo triennio la cura del verde, così come richiesto dalla mozione stessa che aveva avuto come primo firmatario Claudio Cerrato.
Proprio per questo, ha spiegato Tresso, è stata istituita una cabina di regia anche con le Circoscrizioni per individuare le modalità migliori di gestione, considerando una gara che, per quanto riguarda il taglio dell’erba, si basi non sul numero di tagli ma sull’altezza della stessa.
Per quest’anno, ha sottolineato l’Assessore, si sta completando il secondo taglio. A settembre, a partire dalle aree scolastiche, si darà il via al terzo, per il completamento del quale saranno necessari almeno altri 450 mila euro.
L’argomento è stato oggetto di dibattito. Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), i mutamenti climatici impongono che la cura del verde avvenga attraverso strumenti nuovi, oltre all’incremento di risorse. Andrea Russi (M5S) ha polemizzato sottolineando, da parte sua, l’inefficacia della Giunta capace di attribuire alla siccità, lo scorso anno, la morte di numerosi alberi e alla piogge di giugno la crescita eccessiva dell’erba: senza programmare interventi per adeguate contromisure. Secondo Ferrante De Benedictis (FDI), il mancato completamento del secondo taglio dimostra che non c’è stata una buona gestione degli interventi ed invita a considerare l’utilizzo di animali erbivori in alcune aree, in accordo con gli allevatori. Nadia Conticelli (PD), sottolineando come le aree verdi debbano poter essere fruite soprattutto da quei torinesi che non vanno in vacanza e come l’erba alta attiri rifiuti, ritiene necessario capire cosa non ha funzionato nell’anno in corso ed attrezzarsi per il prossimo anno, verificando i fondi con le circoscrizioni e incrementandoli laddove il verde è stato implementato ed individuando modalità di sfalcio che non possono essere più quelle del passato. Per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima), maggioranza e Giunta dimostrano di avere idee confuse, proponendo un giorno il mantenimento dell’erba alta per garantire la biodiversità e chiedendo, un altro, maggiori risorse. Silvio Viale (Europa &Radicali italiani – Lista civica per Torino) difende l’operato degli uffici che hanno eseguito gli sfalci nelle aree della città maggiormente frequentate mentre Caterina Greco (PD) chiede che sulla gestione del verde vi sia un netto cambio di passo. Infine Ivana Garione (Moderati) ha sottolineato come l’erba alta attiri insetti nocivi, soprattutto per i bambini, come zanzare, cimici e zecche.
Federico D’Agostino