Quali difficoltà stanno incontrando le scuole di danza e di musical durante la pandemia di Covid-19? Come possiamo sostenerle?
Se ne è discusso nella riunione del 10 marzo 2021 della Quinta Commissione, presieduta da Massimo Giovara, su proposta dello stesso presidente.
Daniele Trastu di Assodanza ha spiegato che ci sono molte realtà differenti, a seconda che si tratti di associazioni sportive o culturali oppure di società, e che manca un trattamento paritario. Per tutti – ha affermato – il problema più grave è stato far ripartire le attività nello scorso mese di settembre, con gli adeguamenti (e i costi) imposti dalla normative anti-Covid, per poi chiudere di nuovo. La richiesta – ha concluso – è di riaprire in sicurezza, nel rispetto delle linee guida, che prevedono ad esempio 1 persona ogni 12 metri quadrati.
Ringraziando per l’invito in Commissione, Renato Cosenza della scuola di danza L’Araba Fenice Evergreen, nel quartiere Barriera di Milano, ha lamentato lo stop delle attività sportive e la chiusura dei parchi: “Ci è stata tolta la socialità, mancano sfoghi e intanto le associazioni stanno morendo”.
Abbiamo avuto un aiuto economico dal Mibact, ma è insufficiente per i tanti mesi di totale inattività, soprattutto per pagare i collaboratori – hanno dichiarato Michela e Federica Pozzo di Eclectica Danza.
Sarebbero utili non solo un immediato sostegno economico – ha aggiunto Trastu – ma anche politiche attive per favorire la frequenza delle scuole di danza quando saranno riaperte, magari tramite voucher per giovani e per adulti, erogati dai Comuni, la riduzione delle imposte comunali, come la Tari, e bandi per finanziamenti. Potrebbe essere opportuno – ha detto – anche prevedere un albo delle scuole di danza.
Le scuole di danza – ha commentato Loredana Furno del Balletto Teatro di Torino – potrebbero sostenersi da sole, se venissero riaperte: “Vogliamo solo lavorare”.
È giusto dare la precedenza la salute – ha affermato Giovanni Maria Lori, direttore artistico della Torino Musical Academy – ma gli spazi delle scuole di danza e musical sono ampi e sicuri.
Il problema – ha dichiarato il presidente Giovara – è che la cultura non viene considerata un bene primario, capace di migliorare la qualità della vita e della società.
Anche il consigliere Federico Mensio (M5S) si è rammaricato per la situazione e ha spiegato che il Comune dovrebbe intervenire sulla Tari e che si potrebbero utilizzare le aree verdi per lezioni all’aperto, chiedendo al Governo la possibilità di fare lezioni di gruppo in parchi e giardini.
É incomprensibile la chiusura e i ristori non sono sufficienti, secondo Viviana Ferrero (M5S).
Studenti e studentesse frequentano normalmente palestre delle scuole e laboratori dei licei coreutici: le stesse regole dovrebbero valere anche per le scuole di danza – ha ribadito Barbara Azzarà (M5S).
Ci sono stati importanti riconoscimenti ai lavoratori sportivi, la riforma dello sport va nella direzione giusta e intanto la Città interverrà per i canoni di concessione – ha spiegato Marco Chessa (M5S) – ma sarebbe utile rendere strutturale l’abbattimento della Tari.
Il problema esiste anche nelle scuole – ha chiarito Lorenza Patriarca (PD) perché negli istituti si possono praticare soltanto attività anaerobiche, con un distanziamento di due metri.
Coinvolgiamo nelle prossime sedute anche gli Uffici tecnici del Comune – ha chiesto Chiara Foglietta (PD) – per capire quali sgravi si possano concretamente applicare a livello cittadino.
Occorre eliminare norme parcellizzate e spesso in contraddizione – ha dichiarato l’assessora alla Cultura Francesca Leon – e coinvolgere nei ristori anche il mondo delle associazioni. Servono un Fondo cultura da far distribuire ai Comuni, che conoscono bene le realtà del territorio, e un calendario certo per le riaperture – ha concluso.
Ulteriori approfondimenti sono previsti in altre riunioni delle Commissioni Cultura e Bilancio.
Massimiliano Quirico