La petizione di iniziativa popolare al Consiglio comunale, presentata questa mattina a Palazzo Civico durante un Diritto di Tribuna da 330 cittadini torinesi, chiede all’amministrazione di impegnarsi per realizzare, in tutti i quartieri, nuove aree gioco inclusive, accessibili anche a bambini disabili. Cos’è, però, un parco giochi inclusivo? Rispondono i firmatari: un luogo dove abbattere le barriere, dove i giochi non sono divisi fra quelli per bambini abili e quelli per bambini disabili, ma permettono a tutti e contemporaneamente di condividere il gioco.
Uno spazio dove anche i dettagli sono studiati con grande attenzione per consentire la socializzazione: niente barriere architettoniche, scale, scalini, terra o ghiaia e, invece, grande utilizzo di materiali adatti al contesto, come la pavimentazione morbida, indispensabile anche per garantire l’incolumità dei piccoli fruitori dell’area.
Uno spazio senza limiti, barriere o distinzioni dove, in sostanza, venga ribadito e messo in pratica quanto sancito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’Unicef: “Giocare è uno dei diritti fondamentali dei bambini, di tutti i bambini, anche quelli con disabilità”. I firmatari ricordano, infine, che in Italia solo il 5% dei parchi è inclusivo. Torino, sull’esempio di alcune città che si sono invece già attrezzate in tal senso, potrebbe risultare un importante esempio positivo, qualora decidesse di attivarsi per allestire parchi inclusivi in ogni quartiere.
Marcello Longhin