L’audizione a Palazzo civico di Afc Torino Spa, la società pubblica di proprietà del Comune di Torino che si occupa della gestione dei cimiteri della città, ha messo in evidenza una volta in più la drammaticità della pandemia in corso per la nostra comunità. Nella seduta di stamane delle Commissioni 1^ e Controllo di gestione presieduta da Marco Chessa (M5S) il presidente di Afc Roberto Tricarico ha ricordato il dato emblematico del numero abnorme di funerali celebrati in città nel 2020: 15.320 cerimonie, quasi 2.700 in più (circa il 21 per cento) rispetto alle 12.642 del 2019. Un secondo dato che è significativo invece per la tendenza culturale che esprime è la dimensione raggiunta dalle cremazioni considerato che il cinquanta per cento dei torinesi l’ha scelta al momento del funerale. Il presidente ha parlato anche della situazione economica della società anticipando ai consiglieri comunali il lusinghiero risultato del Bilancio 2020: “Abbiamo chiuso l’esercizio 2019 con un utile eccezionale di quasi 4 milioni e anche il bilancio 2020 definito due settimane fa e di prossima approvazione è estremamente positivo: l’utile ammonta a 2.854.000 euro. Il buon esito della gara per le tombe di famiglie assegnate a cifre da un minimo di settantasettemila a un massimo di centotrentamila euro ha influito sui risultati economici positivi della società. Lo scorso anno – ha aggiunto – pur in piena pandemia abbiamo assunto diciassette unità a tempo indeterminato con oltre mille partecipanti al concorso pubblico”.
Alle domande poste dai consiglieri intervenuti (Petrarulo, Fornari, Carretto) Tricarico si è soffermato in particolare sulle vicende giudiziarie di Afc. “È normale che in una società pubblica come la nostra vi siano rischi di indagini e controlli. Di recente – ha precisato – ho appreso di una denuncia fatta dalla mia predecessora alla Corte dei Conti per fatti risalenti al 2013-2014-2015 in cui sarebbero stati corrisposti degli incentivi alla progettazione non dovuti. Ora stiamo cercando di ricostruire la vicenda. Se si dovesse accertare un danno erariale l’azienda sarebbe parte lesa e l’addebito verrebbe imputato a chi lo ha causato con l’avvio di una procedura di recupero delle somme. In questo caso la nostra società è tenuta ha mettere in mora tutti gli amministratori e i dirigenti che ci hanno preceduto, compreso il Collegio sindacale. Accertare le responsabilità prevede tempi lunghi – ha concluso – e stiamo indagando al nostro interno per una forma di autotutela aziendale così come all’esterno è in corso l’indagine della Corte dei Conti”.
(Roberto Tartara)