Quelli di Giovanni Paolo II e Mohammed Alì sono tra i casi più noti, ma la malattia di Parkinson (il termine un tempo usato di “morbo” è ormai considerato da superare) affligge nel mondo molti milioni di persone. Più uomini che donne, in maggioranza in età avanzata. Ma non sono poche le persone alle quali viene diagnosticata questa patologia in giovane età: circa una su cinque, rispetto al totale dei malati. Una di esse, Massimiliano Iachini, ha preso parte a una riunione della IV commissione Servizi sociali nella sua veste di vicepresidente dell’Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani (AIGP).
Un’ esposizione accurata quanto appassionata, quella di Iachini, che venerdì 4 novembre è stato il portavoce di tanti giovani uomini e donne che reagiscono con tutta lo loro energia e le loro risorse intellettuali a quella che è una malattia degenerativa classificata già a partire dal 1817 ma sulla quale, ha sottolineato. Il rappresentante dell’AIGP, i progressi non sono stati molti. Le terapie oggi disponibili si limitano a frenare gli sviluppi della patologia, la quale colpisce le facoltà di muoversi e di parlare. “Se vedete una persona per strada che sembra bloccarsi, incapace di muoversi e di parlare… può essere un parkinsoniano”, ha spiegato Iachini, elencando una serie di sintomi e conseguenze della malattia, dai tremiti alle difficoltà di eloquio, dalla minzione frequente – dovuta anche alla necessità di bere molti liquidi – fino alla costrizione sulla carrozzina. Il tutto tra dolori, ansia e depressione. Ma i malati e le malate di Parkinson sono persone che vivono, lavorano e rivendicano il loro diritto alla bellezza e ai momenti felici. Non a caso le attività promosse e organizzate dall’associazione, fondata nel 2010, comprendono non solo servizi di consulenza infermieristica ma anche attività come la danza, lo yoga, la ginnastica, che si svolgono anche in magnifiche cornici come la GAM, il MAO, le ex Lavanderie a vapore di Collegno o il lungomare di Varigotti… e non mancano neppure le attività sportive, spesso condotte con la collaborazione volontaria di eccellenze del settore. Perché la lotta alla malattia – e non vale solo per il Parkinson – passa anche tramite il benessere psicologico, senza contare il fatto che si tratta di una patologia del movimento da contrastare anche con il movimento stesso, ha evidenziato il rappresentante dei giovani parkinsoniani italiani, i quali tra l’altro sono riusciti a costruire una rete internazionale tra associazioni analoghe di vari Paesi.
Nel corso dell’incontro, che ha visto intervenire, oltre al presidente della commissione Vincenzo Camarda, i consiglieri Angelo Catanzaro e Pietro Tuttolomondo, i consiglieri hanno espresso apprezzamento per le attività dell’AIGP e disponibilità alla collaborazione.
Claudio Raffaelli