A quarant’anni dell’assassinio di Bruno Caccia, procuratore della Repubblica, Torino continua nel suo corale impegno contro le mafie. Fanno parte a pieno titolo di questo impegno le Giornate della Legalità, promosse dall’amministrazione comunale torinese in collaborazione con Fondazione per la Cultura, associazione Libera e Avviso Pubblico (rete di enti locali contro le infiltrazioni mafiose).
Per contrastare efficacemente ogni forma di criminalità organizzata, è il filo conduttore delle Giornate, occorre costruire una rete specularmente opposta di legalità organizzata. Non è mai abbastanza ricordato come si debba aver chiaro che le mafie non sono confinate nelle regioni meridionali del Paese ma si sono ormai radicate a livello nazionale e mondiale, concentrando la loro attenzione nel riciclaggio nell’ambito dell’economia legale degli proventi delle attività illegali. Mafie senza coppola e in abiti firmati, una “borghesia mafiosa”, composta (come si legge nel volantino degli organizzatori) da “politici, imprenditori, professionisti, esponenti del mondo finanziario, delle forze di polizia e della magistratura”.
Nell’area torinese, già da anni inchieste anche clamorose (si pensi a quella denominata “Minotauro”) hanno mostrato il radicamento mafioso, in particolare della ‘ndrangheta calabrese , senza parlare delle più di diecimila operazioni finanziarie sospette (definite SOS) rilevate nel solo biennio 2021-22.
Nel quadro delle numerose iniziative in programma dal 6 all’8 ottobre, la La Sala Rossa ha ieri ospitato il convegno “Prevenire. Contro ogni forma di criminalità “.
Relatori sono stati Maria José Fava (Libera Piemonte), la vicesindaca Michela Favaro, Enzo Pompilio D’Alicandro (Camera di Commercio), Roberto Montà (presidente di Avviso Pubblico), Tommaso Pastore (Direzione investigativa antimafia Piemonte) e Roberto Mari Sparagna (Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo). Presente in sala anche Luca Pidello, presidente della commissione Legalità del Consiglio comunale di Torino.
In apertura dei lavori, saluti istituzionali sono stati rivolti agli organizzatori e al pubblico dal prefetto Donato Cafagna (recentemente insediatosi a Torino), dal questore Vincenzo Ciarambino e dalla presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo. Quest’ultima, nel corso del suo intervento, ha evocato il concetto di “casa di vetro” per le amministrazioni pubbliche. La trasparenza dell’azione amministrativa, ha sottolineato Grippo, è essenziale per garantire la legalità, alla/quale si perviene anche attraverso un percorso culturale. Un tema questo, particolarmente caro alla/Città di Torino in questo mandato amministrativo, ha aggiunto la presidente, ricordando anche il nuovo slancio conferito alla Commissione Legalità del Consiglio comunale
Claudio Raffaelli