Con il baskin, l’inclusione si fa sport

Da sinistra, Abbruzzese, Patriarca, Aleramo, Iavarone e Carretta
Ragazze e ragazzi, con disabilità o senza, accomunati da un gioco di squadra che più di squadra non si può: il baskin, una rivisitazione del basket nel segno dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità e del sostegno reciproco. Disciplina di recente formazione, in Piemonte ha preso piede in Val di Susa e si sta diffondendo nel Torinese, nell’Alessandrino e anche nella nostra città. Ieri pomeriggio, la V commissione Cultura e Sport, presieduta da Lorenza Patriarca , ha incontrato Davide Iavarone e Daniela Aleramo, entusiasti coach e promotori di quello che, hanno spiegato, “non è semplicemente uno sport, bensì un laboratorio sociale”, nel quale i ruoli in squadra sono disegnati per tenere conto delle caratteristiche di ciascuno e ciascuna, compresa della natura e rilevanza della disabilità (motoria, relazionale ecc.) per un armonico sviluppo del gioco. Con un valore sociale ma anche terapeutico, hanno sottolineato.
Il tutto sotto la supervisione di allenatori qualificati, perché nel baskin si fa sul serio, sia pure in un clima sereno e rilassato.
In occasione della riunione della commissione, alla quale ha preso parte l’assessore Mimmo Carretta, il consigliere Piero Abbruzzese ha presentato un documento, da sottoporre al voto del Consiglio comunale, per impegnare la Città a sostenere gli sport inclusivi, promuovendoli nelle scuole e facendosi tramite con le federazioni sportive. Inoltre, si chiede di pubblicizzare il baskin occasione di grandi eventi sportivi.
(C.R.)