Oltre quattordici chilometri ad una profondità di 8 – 12 metri, da Moncalieri fino a Castiglione (dove c’è l’impianto di depurazione), attraversando Torino. Non è la linea due della metro, ma, si potrebbe dire, la linea due del collettore mediano, infrastruttura che consente di smaltire gli ingenti volumi di acqua piovana dovuti ai cambiamenti climatici e gli scarichi di pulizia di androni e marciapiedi inquinati da idrocarburi, che attualmente sono riversati nel Po.
L’infrastruttura, che sarà realizzata da Smat, è stata presentata, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede dell’acquedotto torinese, dal presidente della società, Paolo Romano, dall’amministratore delegato, Marco Ranieri e dal direttore generale, Marco Acri.
La galleria, del diametro di 3,2 metri, correrà lungo un percorso pressoché parallelo al collettore esistente e consentirà il risanamento strutturale del vecchio impianto, in funzione continua da oltre 35 anni.
Sarà una “talpa” simile a quelle utilizzate per gli scavi del metrò a realizzare l’opera. Il pozzo di lancio della Tunnel Boring Machine (TBM) è stato previsto all’incrocio tra strada dell’Arrivore e via Botticelli.
I lavori dureranno quattro anni e mezzo per un investimento di 146 milioni.
Federico D’Agostino