Città del Bio: il diritto al cibo sano

Ospiti della Commissione Ambiente a Palazzo civico i referenti di Città del Bio hanno interagito stamane con i Consiglieri comunali per parlare di  un’associazione in grado di unire Comuni ed enti locali che condividono la scelta di promuovere l’agricoltura biologica e tradizionale come progetto culturale all’insegna della territorialità e della stagionalità dei prodotti: uso di ritmi naturali di accrescimento; minore energia di produzione; uso inferiore di fertilizzanti chimici; produzioni a basso impatto ambientale. L’obiettivo è collegare produzione e consumo e se mangiare è un atto ‘agricolo’ la battaglia per ridurre la decuplicazione del prezzo da produttore a consumatore è primaria; le pesche in Piemonte sono prodotte a ventiquattro centesimi al chilogrammo e i pomodori di Pachino a quaranta centesimi e forse un po’ tutti conosciamo il prezzo finale di acquisto. La rotta è verso il diritto al cibo sano, buono e pulito – essenziale per la sostenibilità complessiva – e a politiche mirate alla corretta educazione alimentare. Città del Bio oltre a collaborare con gli associati per sviluppare progetti condivisi elabora azioni con enti di altri Paesi europei con i quali ha favorito la creazione di una rete internazionale di città, Comuni e Regioni: nel 2018 è nata a Parigi la rete Ocne, Organic cities network europe. I Comuni soci di Città del Bio sono centocinquanta in tutta Italia e quarantadue biodistretti.

(Roberto Tartara)