Il freddo pungente si è già fatto sentire, soprattutto nelle notti di questa prima metà di dicembre. Lo sanno bene i senza fissa dimora, al riparo di coperte e cartoni, sotto i portici del centro.
L’assessora Sonia Schellino, nel corso della riunione della commissione Sanità e Servizi sociali, ieri presieduta da Maura Paoli, ha esposto le risposte che la Città offre in favore di queste persone, a partire dai servizi Boa, i servizi itineranti della Città a favore di adulti senza fissa dimora, operativi 365 giorni all’anno, che propongono soluzioni salvavita o anche i primi passi per un percorso di reinserimento. Purtroppo, molti considerano più sicuro un rifugio improvvisato per strada ad un luogo frequentato magari da persone con problemi di dipendenze o che manifestano patologie psichiche.
Quest’anno la Città ha deciso di ridurre i posti letto nei container gestiti dalla Croce Rossa, alla Pellerina, da 150 a 60. Il luogo, poco utilizzato e adibito solo all’accoglienza di primissimo livello, non ha mai raggiunto la totale copertura dei posti.
Oggi c’è disponibilità di 60 posti letto ma, complessivamente, il numero dei posti in città è aumentato, grazie al protocollo siglato tra Città di Torino, Caritas diocesana e Asl.
In particolare, al termine dei lavori di sistemazione della caldaia, dovrebbero entrare in funzione per i senza fissa dimora, alcuni locali dell’ospedale Maria Adelaide.
Villa Pellizzari, gli asili notturni di via Carrera, il Cottolengo, l’edificio del Sermig di via Cappel Verde sono gli altri luoghi aperti per chi cerca un riparo.
In via Sacchi 49, inoltre, già da anni opera un hotpoint sociale per persone a rischio di grave emarginazione, con presenza di personale medico.
Lo scorso anno, sono state ospitate complessivamente 2500 persone nei dormitori cittadini. Il 50% dei senza fissa dimora proviene dalla prima cintura o addirittura dalla Regione.
Federico D’Agostino