In lontananza i grattacieli come sentinelle della città, per chi proviene da Milano o dalla Valle d’Aosta. Ma Torino comincia prima, già più a nord, con il quartiere Falchera con, accanto, l’omonima Cascina.
La storica struttura avvolta da un’immensa oasi verde risale al 1710, costruita dai fratelli Falchera per dar vita ad un’azienda agricola che, in qualche modo, ha mantenuto la vocazione fino ai giorni nostri.
Sì perché dal 1996, Casina Falchera affidata a Iter (Istituzione torinese per una Educazione Responsabile) diventa riferimento per le scuole torinesi e per lo stesso quartiere Fachera per laboratori didattici tra prati, boschi, alberi da frutta e animali.
La Commissione Cultura, presieduta da Lorenza Patriarca, si è recata in sopralluogo per approfondire la conoscenza di una realtà la cui gestione oggi è affidata al consorzio Kairòs, che connota ancora di più la Casina come luogo di ricerca sui temi dell’ecologia, dell’innovazione sociale, dell’ambiente rurale e delle filiere agro – alimentari.
Aule di conoscenza sensoriale, gli orti didattici, gli orti urbani, gli allevamenti di asinelli, di mucche, di animali da cortile e di ovini rappresentano il contesto nel quale i bambini sperimentano, conoscono e apprendono. La cascina Falchera ha la disponibilità di una cucina che può preparare fino a 400 pasti. Ogni giorno, circa 200 vengono indirizzati ai Cas convenzionati.
Cascina Falchera, alla domenica apre alle famiglie fornendo coperte da pincic. Con fondi Pnrr inoltre, si sta realizzando una residenza per disabili con l’obiettivo di crear loro un percorso di vita in piena autonomia.