La Carta di Palermo, a cui Torino ha aderito nel maggio scorso con una mozione proposta dalla consigliera Eleonora Artesio (Torino in Comune) col il solo voto contrario di Roberto Rosso (Noi con l’Italia), e in assenza del Consigliere della Lega, Fabrizio Ricca, postula il diritto inalienabile dei popoli alla mobilità.
Dello stato di attuazione di quella mozione da parte della Giunta ha discusso la Commissione pari opportunità nella seduta di giovedì 12 settembre; una sintesi finale del dibattito ricompone, sul piano attuativo, posizioni che il confronto politico avrebbe potuto facilmente polarizzare.
Nata nel 2015 sotto l’egida della Giunta di Leoluca Orlando dal lavoro e nel confronto di molte associazioni, sia locali che nazionali, la Carta propone, come recita la mozione: “l’avvio del processo culturale e politico per l’abolizione del permesso di soggiorno, per la radicale modifica della legge sulla cittadinanza e per il diritto alla mobilità come diritto della persona umana”.
Per il superamento della legge cosiddetta “Bossi – Fini” con una legge di iniziativa popolare, che traduca in legge dello Stato quei principi, l’Associazione Adelaide Aglietta, presente in Commissione con il suo presidente Igor Boni, ha raccolto 90.000 firme che hanno accompagnato il deposito del disegno di legge in Parlamento.
La seduta consiliare, dopo la questione di coerenza posta con forza dalle minoranze alla maggioranza “5 stelle” (associata nel governo nazionale ad un partito, la Lega, che disegna politiche migratorie in netto contrasto con quella Carta) terminerà con una mediazione istituzionale.
Di fatto la Giunta, che nella persona dell’assessore Marco Giusta ha enumerato iniziative in atto e progetti continuerà il suo lavoro in campo sociale, in linea con la storia di accoglienza, integrazione e servizio sociale della nostra Città, e i Consiglieri di ogni parte politica, potranno farsi di volta in volta promotori dei progetti e delle iniziative che ritengono opportuni o necessari, e dei relativi atti consigliari.
Una commissione quella di giovedì, dai toni composti ma attraversata da una dialettica molto forte che la presidente Viviana Ferrero ha accompagnato verso conclusioni sostanzialmente collaborative.
La Città e la sua storia, peraltro, esprimono e trasmettono in modo maggioritario e trasversale una cultura di solidarietà e accoglienza in grado, in questo caso, di attraversare indenni il tiro incrociato della polemica politica.
Silvio Lavalle