“Aveva costantemente il polso della situazione. Era al corrente di tutti gli interventi della Polizia Municipale, in contatto com’era con il Comandante”. Così era Domenico Carpanini in uno dei tanti aneddoti raccontati questa mattina dalla compagna Fulvia Raineri, al termine della cerimonia che ha ricordato il primo presidente del Consiglio Comunale di Torino e in seguito vice sindaco della Città (sua la delega alla Polizia municipale), al presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sicari.
Sono trascorsi diciotto anni dalla scomparsa. Carpanini era candidato alla carica di sindaco per il centrosinistra nelle elezioni amministrative del 2001. Gli fu fatale un dibattito durante la campagna elettorale, un malore che non gli lasciò scampo.
Fulvia ne ricorda la sensibilità. “Gli dicevo che aveva un animo femminile”, capace com’era di chiedere scusa o di anteporre l’attenzione alle persone prima ancora che alle vicende politiche.
“Non l’ho mai sentito parlare male di un collega, semmai raccontava con ironia lo svolgimento dei dibattiti in Sala Rossa”. E poi i dialoghi in auto, le sigarette, un ritratto privato di un uomo pubblico il cui profilo è stato ricordato dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino e dalla sindaca Chiara Appendino.
Fu proprio Chiamparino a prendere il testimone lasciato tragicamente da Carpanini. “Da lui, ha detto, ho imparato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, non si può ricordare Domenico senza ricordare il suo impegno civico, la sua identificazione con la Città.
Avrebbe molto da dirci oggi che si parla di paura. Aveva capito quanto la paura possa minare una comunità e aveva capito quanto, chi ha responsabilità di governo, non debba alimentarla ma dare risposte con presenze costanti.
Chiara Appendino ha sottolineato come abbia conosciuto Carpanini attraverso i ricordi che ancora sono radicati all’interno di Palazzo di Città. “Era una persona che ha dato tutto per la Città, capace di metterci la faccia anche nelle situazioni più difficili. Per i giovani amministratori sarà un esempio, per cosa ha fatto e per come lo ha fatto”.
Alla cerimonia hanno preso parte figure istituzionali di ieri e di oggi, tra le quali l’ex presidente della Sala Rossa, Mauro Marino e il presidente dell’Iren, Paolo Peveraro, oltre a numerosi altri amici e compagni di partito.
Federico D’Agostino