Tredici mense in città e 4000 pasti al giorno. In aumento anziani poveri e soli e, nei giorni festivi, le famiglie con bambini.
E’ la fotografia della povertà che caratterizza una parte del tessuto sociale cittadino che dai senza fissa dimora si sta estendendo anche ad altre fasce di popolazione, come lavoratori autonomi o commercianti illustrata dal direttore della Caritas, Pier Luigi Dovis, ai consiglieri della commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Vincenzo Camarda.
Illustrando le attività che svolge all’interno della diocesi di Torino (che comprende la città, parte della città metropolitana e parte delle provincie di Cuneo e Asti), Dovis ha sottolineato come ogni anno la Caritas incontri oltre 16 mila persone in situazioni di disagio. Si tratta, per la maggior parte, di persone con cittadinanza italiana per le quali occorre individuare percorsi di superamento delle difficoltà, in collaborazione con le parrocchie, la Città, attraverso le Circoscrizioni, o attraverso strutture di accoglienza gestite direttamente dalla Caritas, come, ad esempio, i cohausing per persone in situazione di emergenza abitativa o appartamenti nei quali padri separati possano incontrare i figli.
Dovis ha infine sottolineato come siano in aumento situazioni di disagio psichico non solo tra le persone senza fissa dimora, ma anche all’interno di famiglie separate. In crescita anche casi di povertà educativa, vale a dire la difficoltà di giovani a recepire percorsi di formazione.
Il direttore della Caritas, infine, si è soffermato sul bilancio della Caritas, pari a due milioni 200 mila euro all’anno, gran parte destinato alla preparazione dei pasti delle mense e in gran parte costituito da offerte. Offerte che però si sono ridotte drasticamente. Segno, anche questo, di una povertà dilagante.