Le persone non sono il reato che hanno commesso e in ogni caso il giudicarle non spetta a noi. L’universo carcerario è circondato da muri, inevitabilmente. Ma a questi muri, sovente, se ne aggiunge un altro, forse ancora più alto e invalicabile, il muro del silenzio, del pregiudizio, dell’estraneità. Ma c’è chi a questo muro appoggia una virtuale scala a pioli e penetra in quel finis Africae (per citare Umberto Eco) così vicino alla città e al tempo stesso così lontano da essa, per riannodare il filo interrotto del senso di comunità. Tra gli altri, lo ha fatto l’Associazione di volontariato La Brezza, che nella casa circondariale “Lorusso e Cutugno”, più conosciuta come “il carcere delle Vallette”, ha organizzato il laboratorio artistico “L’espressione di una goccia”, in accordo con la direzione del penitenziario e in collaborazione con l’Istituto Bodoni Paravia, l’associazione Insieme, la Compagnia In Volo e il gruppo culturale Voci Fuori Campo.
Gruppi di detenuti e detenute sono stati coinvolti in workshop di teatro, scrittura e fotografia, il tutto a partire dal tema della goccia. Una goccia che è diventata un ruscello, riversandosi al di fuori di quelle mura, vere o virtuali che siano. E proprio “La goccia” è il titolo della mostra fotografica che ne è derivata: aprirà i battenti il 26 marzo prossimo, nei locali della Biblioteca Civica Centrale di via dei Quartieri, visitabile gratuitamente fino al 7 aprile, con orari concomitanti a quello della biblioteca stessa. Il progetto “L’espressione di una goccia” è stato presentato questa mattina a Palazzo Civico, presenti il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, la Garante dei detenuti Monica Cristina Gallo, la presidente della commissione Legalità Carlotta Tevere e, in qualità di presidente del Centro servizi volontariato Vol.To, il consigliere Silvio Magliano.
Claudio Raffaelli