Tra le colline del chierese si trova l’Istituto Bonafous, di proprietà della Città di Torino. Si tratta di 350 mila metri quadrati all’interno dei quali vengono svolte attività nell’ambito della produzione florovivaistica, della ricerca e sperimentazione nel settore della frutticoltura e della viticoltura, dell’istruzione e della formazione professionale nei settori del giardinaggio, dell’agricoltura e della trasformazione agro-alimentare, coinvolgendo sia enti pubblici sia soggetti privati.
Punto panoramico verso buona parte dell’arco alpino piemontese, all’interno dell’Istituto operano l’azienda agraria, con le serre, della Città di Torino la Cantina sperimentale dell’Università di Torino (prossimamente trasferita nei locali lasciati liberi dallo Csea, sempre all’interno dell’Istituto) l’Istituto Istruzione Superiore “B.Vittone”, la sede associata Istituto Agrario (ex Ubertini), l’ENGIM Piemonte – Bonafous Chieri, Agenzia di formazione professionale, la Scuola Internazionale – IST (International School of Turin)
La commissione Ambiente del Comune, questa mattina, si è recata in sopralluogo per visitare, in particolare, le serre all’interno delle quali vengono coltivate piante ornamentali, utilizzate in occasione degli eventi istituzionali della Città, e fiori per le aiuole cittadine.
I consiglieri hanno discusso, insieme ai tecnici del settore Verde Pubblico, di come rilanciare le strutture piuttosto datate presso le quali lavorano dipendenti in numero sempre più ridotto. Tra le proposte, anche quella di utilizzare parte delle serre per la produzione della cannabis ad uso terapeutico, oggi coltivata solo a Firenze, sotto il controllo dell’Esercito.
Le normative, è stato spiegato dai tecnici, al momento non consentono ancora la produzione di cannabis, seppure per usi terapeutici. Da un punto di vista tecnico, invece, le serre dovrebbero essere adeguate ai parametri di luce, ventilazione e calore che la coltivazione di questa pianta richiede.
Federico D’Agostino