Cannabis ad uso medico made in Torino per migliorarne la disponibilità per i pazienti

Infiorescenze di Cannabis ad uso medico (foto Wikipedia)

Il Consiglio comunale ha oggi approvato, con voto unanime dei presenti, una mozione sul tema della coltivazione su proprietà comunali della Cannabis ad uso medico.

Il documento parte dalla premessa che nel nostro Paese l’uso della Cannabis a scopo terapeutico è consentito dalla legge, con l’inserimento dei “medicinali vegetali a base di Cannabis” nella tabella del Ministero della Salute, con relativo riconoscimento dell’efficacia terapeutica del principio attivo Thc e di altri due analoghi farmaci di origine sintetica.

La Regione Piemonte, aggiunge il documento. Il 15 febbraio 2016 ha diramato le disposizioni per l’uso terapeutico della canapa, in particolare il trattamento ospedaliero e domiciliare, la prescrizione medica e la relativa spesa, per determinate condizioni patologiche. I farmaci cannabinoidi sono usati nel trattamento sintomatico di sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, effetti collaterali di chemioterapia, radioterapia e terapie per HIV, glaucoma, sindrome di Tourette e altre patologie, con distribuzione tramite farmacie ospedaliere e no e per un totale stimato di circa ventimila pazienti in Italia. Anche in ambito veterinario è stata avviata una sperimentazione.

Alessandro Barge, Università di Torino

La legge stabilisce inoltre la possibilità che il Ministero della Salute individui altri enti o imprese autorizzati alla coltivazione e trasformazione della Cannabis, qualora l’attuale produzione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze risulti insufficiente, come di fatto è. Oggi, spiega il documento, gran parte del prodotto è importato dai Paesi Bassi e da altri stati, ad un prezzo molto elevato, circa il doppio rispetto a quelli indicati dal Ministero (5.93 euro al grammo per il costo di produzione della sostanza attiva e 9 euro al grammo per a vendita al pubblico delle infiorescenze di Cannabis).

Simone Stara, presidente APS Seminiamo Princìpi

Ritenuto importante che coltivazione e trasformazione della Cannabis ad uso medico rimangano a gestione pubblica, per calmierare i prezzi e controllare qualità e quantità del prodotto, il documento segnala come il Comune di Torino possieda aree che potrebbero utilmente essere adibite alla coltivazione della Cannabis, quali il vivaio di Regio Parco e l’istituto Bonafous, sulla collina di Chieri. Ragion per cui, la mozione approvata in Sala Rossa invita l’Amministrazione comunale ad attivare le procedure necessarie per ottenere l’autorizzazione a coltivare la Cannabis ad uso medico e veterinario, chiedendo al Governo di stanziare fondi per formazione del personale e messa in sicurezza delle aree di coltivazione.Il documento chiede anche il coinvolgimento delle associazioni dei malati e dei medici prescrittori nel ciclo di produzione dei farmaci, per ottenere i giusti dosaggi e varietà per le diverse terapie, sempre nell’ambito delle norme vigenti. Infine, si propone un’interlocuzione con l’Università (che ha da tempo avviato un Gruppo di studio Cannabis interdisciplinare) e un’attività di informazione verso medici, veterinari, farmacisti e pazienti su l’uso terapeutico della Cannabis e sulle modalità di prescrizione.

La votazione è stata preceduta, oltre che dagli interventi di vari consiglieri e consigliere, da tre contributi esterni.

Simone Stara, presidente dell’associazione APS-Seminiamo Princìpi, ha narrato la sua vicenda che dopo i gravi danni fisici conseguiti a seguito di un incidente, segnalando le difficoltà incontrate nel seguire le terapie a base di Cannabis, rese necessarie anche da varie farmacoresistenze verificatisi nel tempo, tramite il servizio sanitario pubblico.

Luisella Viora, esperta del Tribunale di Torino

Difficoltà anche legate ad ottenere i quantitativi necessari per un efficace trattamento. L’associazione APS, ha spiegato Stara,  si batte affinché la Cannabis, con i suoi princìpi attivi, possa essere prescritta anche dal medico di Medicina generale e resa facilmente reperibile.

Alessandro Barge, del Dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco (Università di Torino), ha parlato del gruppo di studio istituito dal 2018 per approfondire la conoscenza della Cannabis ad uso terapeutico, che oggi è lacunosa. Deve crescere la ricerca sulla pianta della Cannabis, ha spiegato, la sua coltivazione, la trasformazione fino al prodotto finito e a una sperimentazione preclinica. Oggi in Italia non esiste uno studio definito sull’utilizzo farmacologico della Cannabis, sui vari principi attivi, su quali patologie utilizzarla e la terapia. Deve esserci un incremento della produzione della Cannabis (attualmente è prodotta solo dallo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze), ha sottolineato il docente, e si deve andare avanti con lo studio e la ricerca.

Luisella Viora, esperta del Tribunale di Torino –  Anestesia e rianimazione, medicina legale e delle assicurazioni, ha da parte sua illustrato come il riferimento normativo nazionale risalga al 2015 e confermi il giudizio da parte della comunità scientifica nella validità delle cure con l’uso della canapa ,come presidio alternativo ad altre sostanze terapeutiche; buoni risultati sono ottenuti soprattutto nei trattamenti delle gravi patologie sull’apparato muscolare. Il presupposto alla base della cannabis a fini curativi, ha concluso Viora, risiede nel netto distinguo tra l’uso medico e le altre finalità non terapeutiche; il percorso della comunità medica è indirizzato a fornire un percorso certo per il diritto alle cure dei pazienti.

Claudio Raffaelli

(hanno collaborato Tony De Nardo e Roberto Tartara)