Il tema della cancellazione di CioccolaTò, la fiera del cioccolato svoltasi a Torino a partire dagli anni Zero, continua a far discutere. L’assessore al Commercio, Alberto Sacco, ha risposto in Consiglio comunale alla richiesta di comunicazioni dei consiglieri Foglietta e Carretta (Pd) sulla recente decisione di cancellare l’edizione 2017 della manifestazione.
Sacco ha letto ai consiglieri una comunicazione riepilogativa dei fatti che hanno portato alla cancellazione dell’iniziativa: “La gara era stata aggiudicata alla ditta Craun&Crest Srl. L’azienda aveva assicurato la realizzazione dell’evento nonostante i ritardi accumulati a seguito del ricorso al Tar presentato dai secondi classificati alla gara (la ditta Gioform Srl unipersonale).
“Purtroppo dopo la consegna dei lavori la ditta aggiudicataria ha comunicato le difficoltà operative e gestionali e l’impossibilità di realizzare l’edizione 2017 dell’iniziativa. Vista la mancata realizzazione di Cioccolatò, il 22 novembre la Città di Torino ha provveduto a revocare l’aggiudicazione ai vincitori”.
Al dibattito in Aula sono intervenuti i seguenti consiglieri:
Domenico Carretta – Pd: Ci saremmo aspettati altro, ora siamo passati da aspettando Cioccolatò ad aspettando Godot. Il 26 settembre in Aula a fronte delle nostre preoccupazioni sulla natura sociale: capitale sociale, dipendenti (uno solo), l’assessore disse “mi farò carico delle vostre preoccupazioni visto che non è stato aggiudicato”. E ora siamo al punto di partenza: per il secondo anno consecutivo salta Cioccolatò. E lei dichiara che in una lettera l’azienda non si è dichiarata in grado di organizzare l’evento. E noi glielo abbiamo segnalato due mesi prima. Mi dispiace per la Città.
Chiara Foglietta – Pd: Lei ha parlato di difficoltà operative gestionali. Non è che dipendono dal fatto che il primo dicembre inizia “Natale coi fiocchi”? Alcuni degli esponenti della Craun&Crest sono gli stessi della manifestazione Choco Amore; lo stesso direttore marketing di Servizi e Partecipazioni S.r.l. e anche di Buongiorno Italia, e sempre lo stesso soggetto è anche socio di Mercatini di Bolzano Srl. Forse faccio collegamenti troppo azzardati, ma mi sembra che il tutto sia un po’ troppo concatenato. Abbiamo perso Cioccolatò 2016 e 2017, a questo punto mi auguro che l’edizione 2018 consti di quattro manifestazioni.
Francesco Tresso – Lista civica per Torino: Anche io sono costernato per la perdita della manifestazione per la seconda volta in due anni. Era un evento presente dal 2002 ed era un’occasione per rilanciare la filiera del cioccolato a Torino e magari per un ampliamento della filiera al settore dolciario piemontese, coinvolgendo i player importanti della Regione. Si poteva coinvolgere anche la Regione come istituzione e invece ci si limita a un evento commerciale e si lascia che il marchio si svalorizzi. Un’altra occasione persa per mancanza di prospettiva e di visione; non si riesce neanche a difendere quello che già c’era.
Massimo Giovara – M5S: L’evento Cioccolatò è in declino, ma non da ora. Dal 2011 al 2014 ci sono stati sempre dei problemi: in merito a quando organizzarlo, sulla gestione e l’organizzazione e su questi punti critici i più importanti produttori torinesi di cioccolato hanno rinunciato a partecipare alla manifestazione nel 2012.
Antonino Iaria – M5S: Un bando è pubblico e quindi non ci possono essere interferenze da parte dell’Amministrazione comunale come peraltro è stato affermato da parte di alcuni consiglieri di opposizione.
Fabrizio Ricca – Lega Nord: Andando oltre le polemiche, sebbene criticammo le edizioni dal 2011 al 2014 l’alternativa non può essere non fare la manifestazione per due anni di seguito. L’assessore chieda scusa ai torinesi e cominci subito a pensare alla prossima edizione, e se non si intende più fare Cioccolatò basta lo si dica.
L’assessore Sacco ha concluso il dibattito con una breve replica: “Sono dispiaciuto che un evento importante per la Città come Cioccolatò quest’anno non si tenga. Esistono delle procedure da seguire scrupolosamente in base alle norme di legge, e questo è quanto è stato fatto. Forse il bando avrebbe dovuto uscire prima ma occorreva adempiere in modo preciso a tutte le norme”.
(Roberto Tartara)