Sala Rossa affollata, questa mattina, per la commemorazione di tre ex consiglieri recentemente scomparsi. A ricordare Gregorio Borsano, Vinicio Lucci e Fernando Santoni De Sio, che in varia misura hanno contribuito al governo della città in un ampio periodo compreso tra gli anni Sessanta e i primi anni del terzo millennio, si sono ritrovate a Palazzo Civico due generazioni di amministratori locali, oltre a familiari ed amici degli scomparsi esponenti politici.
Dopo i saluti di Piero Aceto e Giancarlo Quagliotti per l’Associazione Consiglieri emeriti, e la lettura di un messaggio del sindaco Stefano Lo Russo, il vicepresidente vicario Domenico Garcea, che presiedeva l’incontro, ha rievocato il denso curriculum politico-amministrativo di Santoni De Sio, Lucci e Borsano, da lui definiti quali “persone che hanno scritto pagine importanti nella storia della città e del suo Consiglio comunale”.
Nelle parole delle varie testimonianze che si sono quindi susseguite, una sala attenta ha potuto ascoltare la rievocazione di grandi problemi affrontati dalla Città e di grandi mutamenti verificatisi negli scorsi decenni, a cavallo di due millenni.
Tra di essi, il boom demografico degli anni Sessanta e Settanta, dovuto all’immigrazione dal Meridione, i 35 giorni sciopero negli stabilimenti Fiat nel 1980, gli anni della centralità democristiana nell’esecutivo di Palazzo Civico fino all’affermarsi, a metà degli anni Settanta, di quelle che vennero definite “giunte rosse” e alla nuova stagione del pentapartito, conclusasi con il crollo dei partiti tradizionali della Seconda Repubblica.
Ma oltre che per il ricordo delle vicende politiche e amministrative incarnate dai tre, c’è stato anche spazio per aneddoti più legati alle relazioni personali e al carattere di ciascuno di essi.
Così, Piergiorgio Re e Attilio Bastianini hanno preso la parola in memoria del liberale Santoni De Sio, Giambattista Rizza ha rievocato il forzista e prima ancora democristiano Borsano, mentre Antonello Angeleri ha accomunato nella testimonianza da lui offerta alla sala il democristiano Vinicio Lucci (trentadue anni di presenza tra i banchi della Sala Rossa) e lo stesso Borsano.
Ne è emerso il ritratto di una generazione di amministratori i quali, come in tutti i contributi si è voluto sottolineare, hanno investito le loro capacità professionali e umane in una politica vissuta come servizio per la comunità.
C.R.