Torino città verdissima (ma mai abbastanza), ha problemi nella gestione del verde.
Non si tratta solo di costi, per una volta, ma anche di organizzazione. Sono infatti una ventina le tipologie di attività legate alla gestione delle aree verdi, in capo ad una pluralità di soggetti, di volta in volta diversi a seconda che si tratti di parchi storici, giardini circoscrizionali, sponde fluviali, sedi di rotaie, viali e controviali e altri e diversi luoghi e sedimi.
Poi c’è la distinzione tra verde orizzontale e verde verticale. Quello orizzontale è soggetto ad una gestione meno specialistica, se si tratta di erba da falciare, ma il discorso cambia se si tratta di aiuole, piante da fiore e arredi urbani, così come per gli alberi da potare o i controlli sullo stato di salute e la non pericolosità delle piante di alto fusto.
In questa complessa serie di attività sono coinvolte Divisioni comunali (Verde, ma a volte Decentramento), oppure Circoscrizioni, ma anche altri soggetti come Gtt e Amiat, oltre alle ditte specializzate che hanno vinto appalti (comunali, circoscrizionali o “a due mani”) e il cui lavoro, una volta appaltato, deve essere verificato dalla committenza.
“A volte non è facile comprendere a quale soggetto fa capo la competenza su una certa area”, ha spiegato Federico Mensio in Consiglio comunale illustrando una mozione che chiede alla Giunta di procedere ad un riordino e ad una razionalizzazione di tutte queste attività.
L’atto approvato chiede che si vada nella direzione di “una gestione unica delle risorse, sia umane che economiche, in capo ad un’unica Div
isione per generare risparmi ed efficientamento dell’utilizzo delle stesse”.
Il provvedimento ha recepito alcuni degli emendamenti presentati dai Consiglieri Grippo e Lavolta. La prima sollecita la salvaguardia del ruolo delle Circoscrizioni, mentre di Lavolta sono stati accolti i principi di tutela dei lavoratori svantaggiati nei cambi di appalto, e l’impegno ad assumere giardinieri nei prossimi anni, nonché a sottoporre alla competente commissione consiliare i futuri provvedimenti di riorganizzazione, prima della loro adozione da parte della Giunta.
Silvio Lavalle