Science, Technology, Engineering, Mathematics: sono le discipline “Stem”, il cui studio è utile a promuovere la formazione scientifica e tecnologica dei giovani e a ampliare le loro future possibilità occupazionali.
Se ne è discusso nella seduta del 12 febbraio 2020 delle Commissioni Diritti e pari opportunità e Cultura, in occasione dell’audizione di Simona Frignani, project manager della Fondazione Bet She Can.
L’ente, con sede a Chioggia (Venezia), è nato cinque anni fa per promuovere l’empowerment di bambine da 8/9 a 12 anni, attivando progetti innovativi a Torino e in tutta Italia, finanziati da sponsor privati (Mattel, Ferrovie dello Stato, Enel, Iren, ecc.), proprio per diffondere tra bambine e ragazze la conoscenza delle Stem, spesso a torto considerate soltanto “roba da maschi”.
Con il progetto della fondazione “In viaggio con l’altra metà del cielo” – ha spiegato Frignani – vengono coinvolte bambine di scuole primarie (soprattutto delle classi quarte e quinte) e classi miste degli istituti tecnici, che fanno da tutor ed elaborano un progetto “tecnico” con elementi di meccatronica o informatica, che viene poi condiviso con lo sponsor.
Prima dell’incontro iniziale, ogni partecipante compila un questionario (ce ne sono di tre tipi: per le bambine, per gli studenti e le studentesse degli istituti tecnici, per i docenti). Seguono un incontro sugli stereotipi di genere e le attività di laboratorio vere e proprie, che normalmente includono modellazione e stampa 3d e programmazione con il software gratuito Scratch o con altro più evoluto, in base alle capacità sviluppate dalle partecipanti.
I risultati ottenuti vengono poi misurati con un questionario finale, che tiene conto anche dei preconcetti di genere grazie all’apporto di psicologi e neuropsichiatri infantili nella redazione del test.
I laboratori di solito si svolgono nell’ambito dell’alternanza scuola/lavoro, con progetti di 20 ore, oppure durante attività volontarie pomeridiane.
Tra le varie attività, Bet she can propone anche il progetto “Volo con te” per sconfiggere gli stereotipi di genere, le “etichette”, che ha portato anche alla pubblicazione dell’omonimo libro illustrato.
L’obiettivo di entrambi i progetti è creare maggiore consapevolezza nelle bambine affinché un domani possano scegliere il mestiere o la professione che vogliono, senza condizionamenti e pregiudizi.
Massimiliano Quirico