Le celebrazioni del Giorno del Ricordo, istituito con legge delle Stato in memoria dell’esodo degli italiani dai territori della Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia incorporati dalla Jugoslavia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, hanno avuto inizio nella nostra città con una funzione religiosa svoltasi questa mattina presso il Duomo. Numerosi esuli e loro discendenti erano presenti con i labari delle loro terre di provenienza: Istria, Fiume (oggi Rijeka), Zara, Rovigno, Pola, Valle d’Istria.
In tutti, il doloroso e mai sopito ricordo dell’esilio e delle feroci e ingiustificabili violenze messe in atto contro le comunità italiane dai partigiani jugoslavi, anche per ritorsione a fronte di quelle commesse da reparti del Regio Esercito, che in precedenza, agli ordini del regime fascista, avevano occupato parte della Jugoslavia, in appoggio ai tedeschi. A rappresentare la Città di Torino, era presente in Duomo il consigliere e presidente della commissione Lavoro, Andrea Russi, a sua volta di origini familiari istriane.
Sempre stamattina, una breve commemorazione ha avuto luogo presso il monumento che ricorda la tragedia dell’esodo al Cimitero Monumentale di corso Novara.
Domani, martedì 11 febbraio, una cerimonia ufficiale si svolgerà in Sala Rossa, con la partecipazione della sindaca Chiara Appendino, del consigliere Andrea Russi e del presidente dell’Associazione degli esuli da Venezia Giulia e Dalmazia, Antonio Vatta. La giornalista de L’Avvenire Lucia Bellaspiga svolgerà l’orazione ufficiale. Sempre martedì e poi mercoledì 12 febbraio, due conferenze sono in programma presso il Polo del ‘900.
Venerdì 14 febbraio alle 10.30, omaggio alla lapide in ricordo degli esuli in corso Cincinnato angolo via Pirano, con il consigliere Antonio Fornari a rappresentare l’amministrazione comunale. A chiudere le celebrazioni, sarà il Concerto per il Giorno del Ricordo in programma per le ore 20.30 di domenica 23 febbraio, presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, con l’Orchestra Mandolinistica della Città di Torino, e i cori delle comunità italiane di Dignano d’Istria e Gallesano.
Claudio Raffaelli