“Non abbiamo avuto casi gravissimi, ma se all’interno di un centro che accoglie persone senza fissa dimora partisse un focolaio, potremmo avere problemi”. Così si è espresso il direttore della Caritas diocesana di Torino, Pierluigi Dovis nel corso della riunione della commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Fabio Versaci, chiamata a valutare la proposta di ordine del giorno del consigliere Francesco Tresso (Lista Civica per Torino), con il quale si chiede che le persone senza fissa dimora e coloro che operano nei centri di accoglienza vengano inseriti nelle liste prioritarie per la vaccinazione contro il covid.
Dovis ha sottolineato come i senza fissa dimora possano essere veicoli involontari del virus. In alcune situazioni, gli stessi operatori che agiscono a diretto contatto con queste persone, sono a rischio, nonostante i sistemi di protezione individuale.
“Occorre prendere coscienza del problema, ha aggiunto, e, di conseguenza, creare una squadra tra le istituzioni perché siano trasferite, a livelli decisionali superiori, sensibilità trasversali.
“La Caritas, ha sottolineato, è disponibile a far la sua parte a livello regionale e nazionale perché sia aumentato il “peso” della richiesta”.
Nel frattempo, ha concluso, è necessario prepararsi per tempo perché si tratta di uno sforzo organizzativo notevole che non può essere improvvisato.
La vice sindaca Sonia Schellino ha affermato che si stanno già inviando alle Asl gli elenchi degli operatori disponibili a ricevere il vaccino, che si aggiungono agli assistenti sociali.
L’ordine del giorno, che non ha trovato pareri contrari tra i componenti la Commissione, sarà votato in una prossima riunione di Consiglio Comunale.
Federico D’Agostino