Parlare del microcosmo che ruota intorno alla figura di Augusto Daolio, leader storico del gruppo musicale I nomadi, morto nel 1992, è un’impresa davvero complicata. In vita è stato: carismatico frontman sul palco, passionale poetico narratore di storie di vita nella sua scrittura musicale, lucidamente visionario nell’espressione pittorica della sua arte, viaggiatore curioso assetato di nuove conoscenze, sempre rigorosamente attento alla condizione umana, ai risvolti sociali del quotidiano. Uomo e artista a tutto tondo, insomma, che ha lasciato una traccia indelebile, non solo tra i suoi ammiratori. Per rimanere ai confini più stretti della nostra città, nel 2017 il Comune lo ha ricordato con l’intitolazione di un giardino e ieri pomeriggio, presso lo Spazio MUSA di via della Consolata, è stata invece inaugurata la mostra “Augusto Daolio – Uno sguardo libero. Il viaggio, la musica, l’arte, le parole”. Una cerimonia, quella di ieri pomeriggio a cui ha partecipato anche una rappresentanza del Consiglio comunale, diventata presto un vero e proprio happening fra ricordi, era presente la compagna Rosanna Fantuzzi, momenti musicali e aneddotica varia che si è intrecciata nelle narrazioni dei numerosi ospiti presenti per ricordare #Daolio. La mostra, composta da una sessantina di dipinti, una quarantina di manoscritti originali con abbozzi di canzoni e poesie, numerosi schizzi e pagine dai diari, fotografie, è suddivisa in otto “stazioni” tematiche che di Daolio raccontano la sua storia e il suo approccio verso la natura, il viaggio, il sogno e la visione, l’impegno sociale, la società, l’amicizia, l’ironia, esplorati attraverso materiali messi a disposizione dalla compagna, tra cui molti inediti. La mostra, ad ingresso con offerta libera verso la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro, rimarrà aperta fino al 12 maggio 2024 dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle 21, il sabato e la domenica dalle ore 16 alle 21.
Allo Spazio Musa una mostra su Augusto Daolio
Marcello Longhin