L’Associazione Nazionale Alpini di Torino, che nel 2020 festeggerà i cento anni dalla fondazione, ha rinnovato anche quest’anno, il ricordo di tutti gli Alpini, caduti in guerra o in missione di pace.
Al Parco della Rimembranza, alla presenza delle istituzioni, delle associazioni Combattentistiche e d’Arma prima la deposizione di una corona al monumento dedicato alle Penne Nere poi, al piazzale Gorizia, la celebrazione religiosa con gli onori a tutti i caduti torinesi della Prima Guerra mondiale.
Dopo l’alza bandiera, sono state deposte all’ara votiva corone della Città di Torino e della Regione Piemonte accompagnate dalle autorità presenti alla cerimonia.
Sono 4810 i torinesi caduti nella Grande Guerra, ciascuno ricordato su una targa apposta su altrettanti paletti disseminati all’interno del parco la cui cura e manutenzione è in gran parte affidata proprio all’Associazione Alpini.
La Città è stata rappresentata dal presidente del Consiglio Comunale, Francesco Sicari che, al termine della messa, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale.
Nel suo intervento, al termine della messa, Sicari ha sottolineato come il Parco della Rimembranza sia diventato il luogo di ricordo di tutti i caduti, dalle Guerre di Indipendenza alla Seconda Guerra Mondiale. “Mi chiedo cosa penserebbero oggi questi valorosi combattenti, mi chiedo se comprenderebbero l’attuale situazione della Nazione che hanno difeso” si è interrogato. “Forse, ha aggiunto, le nuove generazioni avrebbero la necessità di incontrare ancora una volta chi ha creduto nel miglioramento dello Stato, coloro che senza aver studiato, senza quasi saper scrivere le lettere dal fronte hanno donato la propria vita perchè vi fosse per noi un futuro migliore. Ci hanno donato in luogo sereno nel quale vivere e dove poter coltivare ciascuno le proprie idee. E poi, rivolgendosi ai ragazzi della media “Ippolito Nievo”: “Vi chiedo di aiutare chi, come me crede nelle istituzioni, a valorizzare le diversità senza che queste debbano mai divenire contrapposizioni. Lo scontro tra persone con idee diverse ha spesso messo in moto meccanismi sanguinosi. Mi farebbe rabbrividire l’ipotesi di difendere un’idea a costo di una vita altrui, perché verrebbero vanificati i sacrifici fatti dai nostri eroi”.
Federico D’Agostino